Da 40 anni in cammino per fare fronte al problema della tossicodipendenza e del difficile reinserimento lavorativo dei fragili: la storia della cooperativa Comes – nata a Marradi nel 1982 e che oggi, grazie alle sue ramificazioni e quasi 80 dipendenti, assiste circa 150 persone con problemi di dipendenza – è stata al centro di Chiamati a camminare insieme, un importante convegno tenutosi giovedì 1 dicembre al Teatro degli Animosi di Marradi. È stata l’occasione per festeggiare 40 anni di storia, segnata dalla capacità – presa dalla Comunità di Sasso – di leggere e lasciarsi provocare dai bisogni e dalle situazioni, unita alla capacità di saper mantenere una precisa identità nel corso degli anni: cambiare, rinnovarsi e innovare, in riferimento ai fenomeni che si modificano e alle sofferenze che si moltiplicano, rimanendo sempre se stessi, cercando – anzi – di essere sempre di più se stessi, mettendo ogni giorno al centro della propria azione l’incontro e la relazione con l’altro.

Saper leggere la sofferenza e le fatiche dell’uomo: l’intuizione di don Nilo Nannini

don nilo nannini

Cercando di realizzare fino in fondo i valori che hanno guidato la rotta all’inizio, la Comunità prima e la Comes poi hanno continuato e imparato negli anni a servire la sofferenza dell’uomo, adeguando i metodi e gli strumenti ai modi con cui di volta in volta la realtà le interpellava, ed anche a rispondere alle esigenze del territorio su cui operavano. Da qui è nata una fitta rete di servizi alla persona che vanno dall’infanzia, adolescenza e disabilità fino all’assistenza agli anziani. L’altra grande forza che ha segnato questi quarant’anni è stata quella di un sacerdote, don Nilo Nannini, capace come pochi di leggere nel tempo l’evoluzione e gli scenari della sofferenza e delle fatiche dell’uomo e capace come pochi di lavorare in rete e in integrazione con tutti i soggetti del territorio perché appassionato e tifoso delle relazioni, quali elemento ontologicamente costitutivo di ogni essere umano e di ogni organismo sociale.

Un libro racconterà i primi 40 anni della Comunità di Sasso

sasso primi anni 1

L’essere al passo coi tempi, il coraggio di lasciarsi provocare, l’umiltà che non ha avuto nulla da difendere, la creatività capace di reinventarsi ogni giorno sono state anche il segreto e il motore che ha permesso a Comes e a tutte le cooperative da essa derivate (Comil e Agri.Comes) di crescere senza smarrire la rotta. Questa storia, però, non è tutto: per continuare nella sua strada, per dare speranza al futuro di tante sofferenze umane e al territorio, il percorso deve continuare su questa strada e soprattutto – come è stampato nel cuore di Sasso – c’è bisogno di non farlo da soli, ma insieme ai compagni di viaggio che la storia ti propone di volta in volta, nella rete di relazioni, condivisioni e collaborazioni costruite nel tempo. Così, con lo sguardo rivolto al cammino futuro, dopo l’emozionante intervento di don Nilo Nannini e i saluti del sindaco Tommaso Triberti e degli amministratori della cooperativa, si sono susseguiti gli interventi di relatori di rilievo nazionale, quali il nostro vescovo monsignor Mario Toso, il professor Luca Raffaele (direttore generale NeXt – Nuova economia per tutti) e il dottor Gianfranco Marocchi (Rivista Impresa Sociale) che hanno dato molteplici spunti sul valore aggiunto che può dare la presenza della cooperazione sociale su un territorio. Il convegno, infine, è stato anche l’occasione per anticipare l’uscita di un libro – che sarà disponibile per il periodo natalizio – dedicato alla storia della nascita della Comunità di Sasso e ai 40 anni di attività della cooperativa.

Il vescovo Mario: “Un’esperienza profetica”

Il vescovo Mario, nel concludere il suo intervento al compleanno della Comes, rivolto a don Nilo Nannini ha detto: «Grazie per la profezia e la speranza». Segni forti che nascono dall’intuizione del sacerdote fondatore della realtà di Sasso e di quanto in questi anni vi ha preso vita. In primo luogo per la sua determinazione nell’aver messo in primo piano le relazioni, secondo l’indicazione evangelica del farsi prossimo. E proprio le cooperative sociali, sostiene il nostro vescovo, mettono in evidenza questo valore aggiunto della presenza personale. «Un nuovo stile di vita», ha rimarcato mons. Toso. Un po’ come accadde al paralitico che fu guarito proprio grazie allo stile di vita e alla presenza dei suoi amici. Il Vangelo racconta che c’era tanta gente attorno al Signore, ma quel gruppo di amici non si preoccupò, anzi, salì sul tetto, lo scoperchiarono, e fecero scendere quell’uomo. «Il miracolo della cooperazione sta nella strategia di squadra», ha quindi commentato mons. Toso, che offre uno sguardo più umano agli avvenimenti della nostra vita. In questo nostro tempo siamo quindi chiamati a metterci insieme e a vivere ispirandoci al Vangelo. Ci sono valori da curare e sviluppare quali vita e famiglia. E in questo, imitando don Nilo, possiamo anche noi essere profezia e speranza.

Andrea Badiali