Quest’anno a Marradi i visitatori della tradizionale Sagra delle Castagne, ribattezzata più appropriatamente “Mostra mercato del Marron Buono di Marradi”, si sono sentiti rivolgere una domanda insolita: il paese vi piace al punto di venirci a vivere? È il momento giusto: la montagna ha bisogno di voi quanto voi di lei. Lungo il percorso c’è un punto meno affollato degli altri dopo il suggestivo vicolo degli Archiroli, uno spazio che per sua natura invita a fermarsi, contemplare e riflettere. L’antico ponte in pietra sotto cui un tempo stavano chine le lavandaie è oggi un posto perfetto per i selfie: volti sorridenti in primo piano, sullo sfondo la veduta del Rio Salto che attraversa un arco assiepato di case per imboccare poi via Fabroni in una volta ampia come la navata di una chiesa. Perché sotto al centro di Marradi scorre un fiume, lo sapevate? Noi non ci facciamo più caso, devono venire da fuori a dirci dove si annida la bellezza.

Un questionario in 18 punti sottoposto durante la Sagra delle Castagne

Per 11 anni ho partecipato alla Sagra vendendo birra artigianale. Quest’anno la mia postazione era agli Archiroli, dopo il ponte, di fianco al pittoresco tabernacolo. Stavolta non ho provato a promuovere marchi di birra ma un paese intero. Ringrazio il Comune, la Pro Loco e l’associazione dei facilitatori “Rifai” per aver condiviso l’esperimento, nato da un’idea molto semplice: rivolgere ai visitatori quella domanda. Circa il 5 per mille di loro è stato così gentile da compilare un questionario articolato in 18 punti. Il modulo del sondaggio è stato realizzato dal marradese Walter Naldoni, funzionario dell’ufficio regionale statistica. Nell’attesa di elaborare i dati raccolti, sperando di trarne qualche indicazione utile e precisa, posso dirvi a occhio com’è andata e quali considerazioni ne traggo.

Primo: se al banchetto ci metti una bella ragazza e il suo compagno, invece di un cinquantenne che fuma il sigaro, si ferma molta più gente. Strano, vero? Secondo: evitare la modalità di approccio tipo venditore di aspirapolvere (con rispetto parlando). Terzo: 4 Pro Loco, 2 ingegneri ambientali, 1 funzionario regionale, 1 progettista di piani di recupero si sono fermati per dire “bell’idea, la copiamo”.

Le prime indicazioni emerse

Chi si è fermato, chi ha risposto? Ho notato un numero altissimo di laureati (fascia di età 18-35 anni) stuzzicati dall’idea di assecondare il loro istinto di nomadi digitali e lavorare qui in smart working abbandonando almeno per un po’ la frenesia della città dove traffico, inciviltà e degrado sono purtroppo sempre più diffusi. Qualcuno sogna di avviare, con un po’ d’aiuto, un’attività in proprio creando una startup. Molti hanno lasciato un recapito chiedendo di essere ricontattati e ricevere più informazioni. Tutti sono concordi nel sottolineare l’importanza dell’integrità dell’ambiente naturale. Il paese piace com’è: tranquillo. Non abbiamo bisogno d’inventarci grandi cose. A parte una: credere in una ferrovia da usare come una metropolitana di superficie, collegata con la città al punto di diventarne il suo principale quartiere verde.

Questo è un paese vero, difficilmente trasformabile in un prodotto turistico stereotipato. Abitare qui significa scegliere il confine, vivere in bilico sul bordo più centrale che esista: tra Firenze e Faenza, la Romagna e la Toscana, la montagna e il mare. La vita è un viaggio: nessuno lo sa meglio di noi. Sappiamo tutto di tutti, qui in paese. Siamo incapaci di farci i fatti nostri e la cosa comincia a mostrarsi vantaggiosa. Se in città è normale non conoscere neppure il proprio vicino di casa, qui è impossibile. Un paese è la comunità aperta e sempre variabile di chi lo abita. Nessuno viene lasciato da solo. Basta iscriversi a un’associazione sportiva o culturale, fare qualche ora di volontariato solidale per riscoprire il benessere che procura avere fiducia negli altri.

Ma la cosa che ho trovato in assoluto più bella (a parte una monumentale russa di Bologna fuori concorso, ingegnere, quasi simpatica) è stato vedere i marradesi sfoderare fiducia in sé stessi, portarmi al banchetto i loro amici di famiglia in visita al paese e convincersi con loro che è possibile dirlo a testa alta: Marradi è un buon posto dove vivere.

(Walter Scarpi)