Si desidera una Chiesa attraente: si deve vedere che ho incontrato il Signore

La grande maggioranza dei gruppi sinodali spera fortemente in un ritorno dei battezzati nelle comunità e si interroga su come rimettersi il cammino insieme. Cogliamo però anche l’indicazione del padre Timothy Radcliffe, arguto teologo domenicano, che – mentre si ascolta e si presta attenzione a quanto si dice – suggerisce di chiedersi: “Di che cosa non si sta parlando?”. E così facendo, ci accorgiamo che solo in alcuni gruppi si è parlato di annuncio.

Tutti quanti, tutti i battezzati dovrebbero avere il desiderio di annunciare Gesù Salvatore però solo alcuni più degli altri, si sentono coinvolti in questa missione, fra questi gli anziani nella trasmissione della fede, la vita consacrata, i catechisti, i genitori… Al di là delle iniziative che una parrocchia o un’associazione può organizzare, l’annuncio passa nella quotidianità, passa nelle relazioni della vita di ogni giorno. L’annuncio non viene fatto solo con la parola, ma soprattutto con la vita, stabilendo dei rapporti di amore quelle persone che abbiamo accanto. L’annuncio si esprime nelle modalità con cui camminiamo a fianco gli uni degli altri, nella consapevolezza che il Signore cammina al nostro fianco. Riconosciamo che qualcuno ha annunciato a noi, qualcuno ci ha accompagnato all’incontro col Signore, eppure facciamo fatica a rendici portatori di questo annuncio agli altri, forse a volte perché temiamo di non essere credibili.

Siamo in cammino come credenti, sposati o meno, consacrati oppure no, con scelte difficili, sbagliate e non sempre coerenti, inciampiamo e cadiamo sempre, così forse pensiamo non spetti a noi un compito così profondo. La buona notizia – Qualcuno ci ama ed è pronto a stabilire una relazione con noi è un’esperienza profonda, che ci cambia la vita, ogni vita, che fa nascere il desiderio di trasmettere ad altri l’origine della nostra gioia. “Quando t’imbatti in una cosa bella, la racconti. E quando t’imbatti in una cosa vera, la dici. E se hai capito che la storia di Gesù ha illuminato il cammino del mondo e dell’uomo dandogli senso, allora lo racconti. Non puoi farne a meno. E se l’incontro con Gesù ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, senso, allora inviti gli amici a condividerla” (Bruno Maggioni).

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Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! (1 Cor 9, 16)

Il Papa lo dice chiaramente: «Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare» (Evangelii Gaudium 266).

L’annuncio che Dio ci ama, che in Cristo morto e risorto noi abbiamo riconosciuto questo amore come senso della nostra esistenza, che ora lo Spirito continua a guidarci e a darci vita, è necessario perché tutto si trasforma se uno è raggiunto da questa speranza oppure no. E il paradosso è che proprio donandolo questo tesoro acquista tutto il suo valore! Il Signore manda ciascuno di noi per riempire il tempo e lo spazio con quel canto che senza fine si alza da ogni parte della terra: Lui vive e ci vuole vivi. Ecco che annuncio e celebrazione, lo stare con Lui e l’andare ad annunciarlo, sono due facce della stessa medaglia, i due polmoni del cristiano. Guai a me se non annuncio il Vangelo! Il contrario di missione è omissione, ci ricorda il Papa.

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Vi invito, allora, a rischiare, a sbilanciarvi, a cercare le persone per parlare loro semplicemente del Vangelo e della differenza di una vita con Gesù, se è vero che con Lui o senza di Lui la vita cambia. La Chiesa sarà attraente se noi sapremo cercare le persone andando a chiamarle lì ove sono, nelle tante pieghe della società (vescovo Mario, 5 giugno 2022).

Siamo fiduciosi che questo nostro popolo, la Chiesa, saprà proporre con coraggio rinnovato, creatività e slancio l’annuncio del Vangelo, perché vogliamo tenere ferma la scelta di seguire, servire e annunciare a tutti Cristo Misericordioso e Salvatore del mondo.