«Un cammino lungo 25 anni nel quale il Signore si è divertito molto a rimescolare le carte con me, e di cui sono immensamente grato». Con queste parole don Tiziano Zoli, parroco di Solarolo, ripercorre i 25 anni di sacerdozio. Era il 13 settembre 1997 quando venne ordinato presbitero in Cattedrale a Faenza dal vescovo Italo Castellani. Da lì è partita una lunga storia, nel segno del donarsi all’altro e al Signore, che ha ancora tante sorprese in serbo. Domenica 25 settembre alle 16 al santuario della Madonna della Salute di Solarolo don Tiziano presiederà la messa con la quale ringraziare assieme il Signore per il cammino fatto finora.

Intervista a don Tiziano Zoli: “Un cammino di cui ringrazio il Signore”

Don Tiziano, che emozioni provi per questo anniversario?

È una grande gioia, che dà sapore a ogni passo fatto. Questo tempo mi offre l’opportunità di fare sintesi di tutti i volti che ho incontrato e le benedizioni che ho ricevuto in questi anni. Ci sono stati certo anche errori e momenti di fatica, ma passo dopo passo è bello poter dire di essere arrivati a questo momento.

Cosa ricordi del giorno dell’ordinazione?

I volti delle persone, la gioia nei loro occhi. È stata una festa per tutti, perché la comunità accoglieva un dono di Dio. Ha avuto anche un significato particolare: è stata la prima ordinazione presieduta dal vescovo Italo Castellani nella nostra Diocesi. Poi alcune note di colore: quel giorno faceva un gran caldo, tanto che, mentre ero in prostrazione, sentii mia cugina cadere per uno svenimento. Oppure ricordo con affetto don Gino Montanari, che durante l’imposizione delle mani mi sussurra in dialetto te’ bota, te’ bota.

Com’era maturata la tua vocazione?

La chiamata è arrivata in particolare durante il servizio civile che ho svolto in Caritas, presso l’oratorio don bosco di Russi. Qui ho avuto modo di riflettere e camminare su tante domande che mi ponevo, e ho avuto al mio fianco tante guide: don Antonio Taroni, don Vittorietti di San Giuseppe, il già citato don Gino, don Mario Babini. Poi c’è stato monsignor Bertozzi, col suo esempio nella sofferenza. Il filo conduttore di tutte queste esperienze portava verso un’unica direzione: il donarsi totalmente a Dio e agli altri.

Come è proseguito il tuo percorso?

Il primo anno dopo l’ordinazione ho completato gli studi a Roma, dove mi sono laureato in Teologia. Da lì sono passato poi ad Alfonsine, dove sono stato per due anni vice parroco. È stato un bel salto: da Roma, centro della cristianità, a una piccola realtà più periferica. Ringrazio il Signore per aver tracciato questo percorso. Poi sono arrivati quattro anni a Santa Maria Maddalena, dove ho potuto toccare con mano i frutti della Chiesa del Concilio, con un laicato molto presente e attivo. Poi sono stato cinque anni parroco a San Severo e cinque a Traversara-Boncellino. Ora da quasi otto anni sono a Solarolo. E nel frattempo mi sono dedicato anche ad altri servizi, come per esempio l’insegnamento di Religione o l’esperienza di guida in Terra Santa. Diciamo che il Signore si è divertito molto a rimescolare le carte con me…

don tiziano vescovo
Don Tiziano con il vescovo Mario e alcuni parrocchiani istituiti ministri

Come hai visto cambiare la Chiesa in questi 25 anni?

La Chiesa è cambiata, non tanto perché è cambiato il suo contenuto o la sua missione, ma perché è cambiato il mondo sotto tanti punti di vista. Non si può dire che siano stati mutamenti in meglio o in peggio: ci sono però nuove sfide in cui è fondamentale camminare sempre insieme in un’ottica sinodale avendo fiducia nel Signore. E come sacerdoti, dobbiamo farlo insieme al nostro gregge. Oggi tra le persone c’è molto disorientamento, mancano i punti di riferimento. Non dimenticherò mai quello che mi disse una persona cara: “Voglia sempre bene ai suoi parrocchiani, perché si fidano di lei per andare in Paradiso”. Mi porto sempre questa frase nel cuore. Pur tra tante difficoltà, vedo nella nostra Diocesi una Chiesa viva. Ne sono segno le ultime due ordinazioni che abbiamo vissuto a settembre. Il Signore continua ad accompagnarci, ed è bello proseguire assieme questo cammino.

Samuele Marchi