In una mano la zappa e nell’altra lo smartphone. Con una si dissoda, con l’altra si analizza il terreno. È questa la felice sintesi tra teoria e pratica che sanno mettere in atto giovani contadini 4.0, avendo a cuore sostenibilità e innovazione. Tra questi c’è Daniele Bucci, 35 anni. Nel 2016 ha preso in mano dalla propria famiglia l’azienda agricola biologica del Podere Cimbalona assieme alla moglie Sara, una realtà nata ristrutturando, passo dopo passo, il casolare di via Basiago 46 – dove si stabilì la propria famiglia ai primi dell’800 – e realizzando un progetto di agricoltura a km0 che conta oggi quattro dipendenti. Ora Daniele si prepara a una nuova sfida: una prospettiva di agricoltura sperimentale al podere Roncona: cinque ettari sulle colline faentine nei pressi di San Mamante.
L’azienda agricola ha vinto un bando europeo promosso da Ecosia
Cosa c’è al momento in questo terreno? Quasi niente, se non un vecchio casolare. Ed è proprio questo il bello. «Il desiderio che Sara e io avevamo da tempo era quello spostarci sulle colline e riuscire a realizzare un progetto agricolo tutto nostro, a partire da zero, seguendo la nostra visione e ideali – spiega Daniele -. Una realtà dove sprigionare al meglio le nostre competenze e concretizzare l’idea di agricoltura creata negli anni». L’occasione prende la forma di un bando europeo promosso da Ecosia, azienda con sede a Berlino che dedica il 100% dei profitti derivanti da pubblicità online ad azioni per il clima, di cui almeno l’80% a progetti di riforestazione, con l’obiettivo di sostenere piccoli progetti di agricoltura rigenerativa in Europa. «Ogni anno viene selezionato un solo progetto – dice Daniele – e tra tutti quelli presentati è stato scelto il nostro. È stata davvero una gran bella soddisfazione». Grazie a questo finanziamento il sogno può diventare realtà.
Agricoltura rigenerativa, si fa sul serio: “Qui, dove al momento non c’è niente, vogliamo creare un vero e proprio sistema agroforestale”
Partire da zero per sperimentare: è questa la filosofia del progetto, con cui si vuole far crescere non un semplice orto, ma un ecosistema integrale. «Siamo ancora in una fase iniziale – spiega Daniele – ma l’idea è quella di dar vita a un vero e proprio sistema agroforestale combinando assieme alberi da frutto e alberi forestali da cui ricavare il legno. In questo contesto prevediamo anche spazi per ortaggi e per il pascolo. Ci tengo a precisare che non si tratta di una realtà autosufficiente, ma produttiva, che ha come obiettivo sviluppo e scalabilità sul mercato. Sicuramente fuoriusciamo dall’idea di agricoltura classica e mono specializzata che si è sviluppata anche qui in Romagna dagli anni ’60. Pensiamo però che oggi diversificare i prodotti, ed essere così meno soggetti a input esterni, possa essere un valore anche dal punto di vista imprenditoriale oltre che di sostenibilità».
“I mutamenti climatici impongono dei cambiamenti”
In questo contesto, non si può non riflettere sulla siccità che ha colpito i campi negli scorsi mesi. «È un tema delicato – conferma Bucci -, purtroppo credo che estati torride come l’ultima diventeranno sempre più la norma. Per questo dobbiamo investire sulla risorsa acqua. In questo nuovo podere metteremo in atto tutte le buone pratiche possibili per la captazione dell’acqua piovana». Tra le soluzioni innovative, c’è una particolare disposizione degli alberi in filari per far sì che l’acqua delle intense piogge estive – sempre più frequenti anche nel nostro territorio – non si disperda scivolando velocemente, per esempio, verso i fossi, ma si distribuisca uniformemente nel terreno a beneficio delle coltivazioni. «Fare l’agricoltore non è affatto un mestiere semplice – conferma Bucci -, ma sicuramente le tante difficoltà che sta avendo il settore impongono dei cambiamenti».
Comunità che sostiene l’agricoltura: che cos’è?
Nel frattempo che Roncona entri a regime, continua l’attività al podere Cimbalona, dove l’azienda gestisce una Csa (Comunità che sostiene l’agricoltura), un progetto innovativo che conta oggi 37 membri, principalmente persone di Faenza, ma anche alcuni membri di Imola e del ravennate, che si riforniscono di prodotti a km 0 dell’azienda agricola. Libertà di scelta, relazione e sostenibilità sono le parole chiave del progetto, per un nuovo modo di fare economia che valorizza i piccoli produttori locali. Ne sono un esempio anche le visite guidate e gli open day promossi da Bucci al podere Cimbalona per far toccare con mano, dal campo alla tavola, ai membri della Csa la vita del contadino e le tecniche con cui vengono coltivate frutta e verdura. «Si tratta di gruppi di persone che si affidano a noi – precisa Daniele -, pagando una quota a inizio anno e aggiudicandosi la consegna di frutta e verdura di stagione per 30 settimane. Non si tratta solo di acquistare frutta e verdura: si costruisce una vera e propria relazione tra noi e loro, e chi entra in una Csa decide di avere una partecipazione attiva e consapevolezza politica dei propri acquisti».
Samuele Marchi