Vorrei in chiesa una palla da discoteca e che al posto delle finestre ci fossero tutti rosoni.

Questa osservazione, acciuffata al volo dai conduttori di un gruppo sinodale composto da ragazzi, oltre che originale, risulta emblematica. Nel cuore dei giovani pulsano desideri di pienezza e di bellezza; nei confronti della Chiesa hanno un’aspettativa grande, perché viene considerata un ambiente vitale in cui hanno fatto esperienza di qualcosa di importante, di significativo, di colorato, di sorprendente.

“Tutti rosoni”: non bastano finestre normali, o i tradizionali percorsi per stare insieme e attività per passare il tempo: c’è bisogno di qualcosa fuori dalle solite righe, qualcosa che non è la solita finestra che aiuti a vivere a colori e che valorizzi quella Luce multiforme che dà senso alla vita e che dona la gioia che nessuno può togliere.

I giovani desiderano incontrare Gesù, arcobaleno del Padre, Colui che dà un volto all’amore, che dà parole alla bontà, che dà indicazioni per raggiungere la pienezza e che si fa compagno di viaggio. La palla da discoteca, la vita fuori dai limiti: anche la Chiesa dovrebbe uscire dai propri confini, raggiungerli dove sono, in massa, accompagnarli nelle proposte che desiderano, e riconoscerli come parte di essa? Assetati di felicità, i giovani intuiscono che quella palla da discoteca – che rinfrange, scompone e getta luce anche negli angoli più oscuri – può essere solo Lui, il Risorto. Il male, il peccato, la morte non hanno l’ultima parola.

§

Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa (Is 43, 18-19).

La novità del mondo è quell’amore che ha scelto di morire in croce per i propri nemici. Questo amore è la sola novità che cambia la faccia della terra: è lo Spirito, fiamma di carità; è il Risorto che eternamente vive ed è la giovinezza della Chiesa.

I giovani sono il germoglio vitale – prima ancora che della Chiesa – del mondo. Anche i recenti Sinodi (compreso quello diocesano) hanno ricollocato i giovani al centro, riconoscendoli non come spettatori o destinatari di politiche o di catechesi, ma come indubitabili protagonisti della vita ecclesiale e civile, con cui avviare un dialogo. La loro vita, oggi, è già un annuncio di Cristo!

A papa Francesco piace fotografarli così: «Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare. Sempre lanciato in avanti. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia. Hanno tanta forza i giovani, sono capaci di guardare con speranza. Un giovane è una promessa di vita che ha insito un certo grado di tenacia; ha abbastanza follia per potersi illudere e la sufficiente capacità per poter guarire dalla delusione che ne può derivare» (Christus vivit, 139).

I giovani sono parte della Chiesa con la loro capacità di dialogo con le diversità, di pensiero critico e creativo, di instaurare legami… Dove i giovani riescono ad avere lo spazio adeguato, sono presenti nella vita  reale della Chiesa e, oltre a salutari sbilanciamenti e impensabili creatività, il loro fiuto innato li guida verso i rosoni: verso i colori di Cristo.

Alla comunità intera allora è chiesta una conversione: smettere di fare le cose per i giovani e iniziare a fare cose con i giovani, guardandoli negli occhi, sostenendo i loro cuori, restituendo stima e fiducia a fondo perduto, re-imparando insieme a stipulare alleanze tra le generazioni e a valorizzare tutte le fasi della vita, senza abdicare alla fatica di rimanere accanto e accompagnare, parlare e tenere legami ricordando che “educare non è riempire vasi, ma accendere fuochi” (papa Francesco). Anche Gandalf sarebbe d’accordo: così facendo, “la speranza divampa!”.

Questo stile anima la Chiesa quando vive di Colui che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5).

§

“La Chiesa, proprio perché è raduno per il Regno, è popolo che si impegna ad orientare le azioni dell’uomo al compimento in Cristo. È corpo spirituale di Cristo che realizza un «noi» di figli nel Figlio, come persone che plasmano frammenti di mondo e di storia secondo la figura della «nuova creazione».[…] Vi invito, allora, a rischiare, a sbilanciarvi(Vescovo Mario, 5 giugno 2022).

Una Chiesa giovane è una chiesa che esce, che ascolta, che cerca il dialogo, che si interroga, che accetta di reinventarsi oggi, di fare spazio, di sbagliare: creativa, che sogna, desiderante, multicolore, sbilanciata verso il Signore.