“Le persone non stanno cercando qualcuno che dia risposte corrette, ma fratelli a cui fare domande”

In questo cambio d’epoca, il nostro tempo e il nostro spazio sono segnati dalla complessità. Crisi e mutamenti profondi stanno incidendo lunghi solchi nella società. La frammentazione culturale viene avvertita con forza e lascia disorientati. Si sente il bisogno di entrare in maniera non superficiale nelle tematiche, nei grandi “temi” che guidano la riflessione odierna. Pena «far prevalere la comodità dell’abitudine, la dittatura dei pregiudizi, la ricerca di conferme alle proprie idee e ai propri schemi», ripete papa Francesco. Pena la perdita di aderenza al reale, di significatività e di profezia. Questa grande complessità può essere solo affrontata con un rinnovato impegno di approfondimento e di comprensione, con studio e riflessione, stimolando percorsi che aiutino ad acquisire una capacità critica e di pensiero.

§

Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi (1 Pt3, 15)

Ogni competenza ha al centro – e chi se non? – il Signore, il suo Vangelo, la sua Pasqua. A partire da questo centro, ogni disciplina del sapere trae la sua linfa e la sua ragione. La fede non è avversaria della ragione, ma, al contrario, è la sua più potente alleata. A partire dall’adorazione del cuore, dall’incontro vivo con Cristo, nasce la necessità di esplorare la verità, di cercare di comprendere la realtà profondamente.

Per questo il servizio alla verità, lo studio della Scrittura, della teologia, della filosofia, come anche delle materie pedagogiche e scientifico/tecniche, è un’urgenza che si impone a noi discepoli tutti per entrare in dialogo con la complessità del mondo d’oggi.

Serve investire sulla formazione delle persone, non per portare noi stessi, ma per seminare il Vangelo in ogni ambito e per rispondere della fede che anima e orienta i nostri passi. Come dire che la Chiesa mater et magistra è composta da figli che imparano da tutto e da tutti, che non presumono, che entrano volentieri in un dinamismo incessante di crescita e di conversione.

§

E, dunque, noi tutti siamo chiamati a portare frutto, a trasformare le parole in vita, in azioni concrete. E questo non singolarmente, ma come Chiesa unita, orientata verso il Signore Gesù: è Lui che ci unisce, è Lui che ci rende fratelli, è Lui che da molte membra ci rende un solo Corpo, un solo Popolo, guidato dallo Spirito santo, principio della creazione nuova, di un mondo nuovo (vescovo Mario, 5 giugno 2022).

Conoscere regala di poter amare di più. Non un sapere/conoscere da ‘conquistare’ (che poi rischia di separare, classificare, escludere), ma piuttosto una luce da accogliere, da riflettere come uno specchio, da condividere. Che sbriciola la voglia di stare sulla difensiva e rende capaci di lanciare ponti, nella certezza che il mondo trabocca della vibrante presenza di Dio. Ci siano dati occhi e cuore “radar” per riconoscerla; ci siano dati gesti, parole, silenzi disarmati per indicarla ad altri!

Nella foto: scuola diocesana di Teologia

Per approfondire i corsi, clicca qui.