Da diverso tempo opera nel territorio regionale, ma è ancora poco conosciuta. Stiamo parlando della Fondazione san Matteo apostolo onlus, costituita nel 2006 per iniziativa della Regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Affrontiamo un tema molto delicato, quello del sovraindebitamento, diventato ancora più urgente a causa della pandemia. Abbiamo affrontato l’argomento con il presidente della Fondazione, Maurizio Rivola.

La Fondazione è attiva nelle Diocesi dell’Emilia-Romagna. Intervista a Maurizio Rivola

Presidente, che cos’è la Fondazione san Matteo apostolo onlus voluta dai vescovi dell’Emilia-Romagna?

La Fondazione si ispira alla legge 108 del 1996: un compendio di norme e di discipline per il contrasto a situazioni di sovraindebitamento che potrebbero portare a fenomeni di usura. Precedentemente esisteva solo un quadro normativo previsto dal codice Rocco. La legge 108/96 è la norma fondamentale che disciplina questi fenomeni, prevedendo anche forme di sostegno finanziario a fondazioni, associazioni e consorzi che traggono queste risorse da fondi pubblici gestiti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Di recente c’è stato il riconoscimento a livello pubblico della Fondazione, che ora può ricevere fondi dal Ministero…

Alla Fondazione san Matteo sono stati riconosciuti i requisiti previsti dalla legge 108/96 per essere iscritta nell’elenco speciale tenuto presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle associazioni e fondazioni che possono essere riconosciute beneficiarie di fondi pubblici, che vengono imputati al fondo di contrasto alle situazioni di usura e di sovraindebitamento.

La Fondazione ha stretto accordi con l’Ordine degli avvocati e quello dei commercialisti, a Bologna e non solo.

Sì, la Fondazione è l’unica iscritta nel registro regionale delle fondazioni antiusura e ha competenza territoriale a livello regionale. I suoi referenti sono le Prefetture, che per legge hanno competenza per il contrasto a situazioni di sovraindebitamento e per disciplinare e verificare una serie di parametri che possono far sospettare l’esistenza del rischio di usura. In base alla normativa l’accertamento della situazione di usura è esclusivamente nella competenza della Magistratura. Una recente normativa ha previsto anche una particolare disciplina, per evitare che situazioni di eccessivo indebitamento possano portare a compromettere la sostenibilità delle obbligazioni che i soggetti, persone fisiche, possono aver assunto. Questa normativa non rientra nella legge 108/96, ma nelle cosiddette procedure di sdebitamento, che sono nell’esclusiva competenza della Magistratura, che interviene a seguito di pratiche presentate dagli Occ, gli Organismi di composizione delle crisi. Normalmente questi sono gestiti dagli Ordini degli avvocati – come a Bologna – e dei commercialisti.

In questo particolare momento di crisi economica, la Fondazione come opera nelle varie diocesi?

Gli organi statutari della Fondazione sono tre: il consiglio di amministrazione, al cui interno viene nominato un comitato esecutivo e un organo di controllo. Poi c’è un presidente, nominato direttamente dalla Conferenza episcopale emiliano-romagnola (Ceer), che nomina anche il Cda su indicazione delle 15 diocesi. I consiglieri di amministrazione svolgono la funzione di “sensori” delle esigenze che provengono dai territori.

Alessandro Rondoni

In Diocesi di Faenza-Modigliana le collaborazioni con il Sert, Servizi Sociali, Caritas e Asp

Un po’ alla volta, la Fondazione San Matteo si sta inserendo, per alleviarle, nelle sofferenze delle famiglie. Una notevole collaborazione si realizza con i Sert, i Servizi sanitari che seguono le situazioni di ludopatie, di dipendenze varie e che sono spesso alla base del sovraindebitamento. Queste dipendenze, spesso, hanno riflessi negativi sull’equilibrio anche affettivo e sui nuclei familiari. A rimetterci per primi sono i figli che non sentono più la forza educativa del padre o della madre, perché un sovraindebitamento porta con sé anche crisi familiare. «L’intervento della Fondazione – dice il presidente Rivola – è volto al contrasto di queste situazioni attraverso il rilascio di garanzie su finanziamenti erogati, soprattutto dalle banche, tenendo conto che noi dobbiamo operare non solo con la testa, ma anche con il cuore. La garanzia che il finanziamento sarà rimborsato è subordinata alla sua concessione da parte delle banche, che invitiamo a tener conto della composizione dei nuclei familiari, in particolare se sono presenti figli minori o studenti. Davanti all’eventuale buon profitto negli studi, cerchiamo anche di sostenerli dal punto di vista finanziario ricorrendo pure ad altre istituzioni che concedono borse di studio a studenti meritevoli che hanno situazioni familiari di grande disagio».

Oltre al Sert, altri interlocutori della Fondazione sono i Servizi sociali dei vari Comuni, le Caritas e, nel nostro territorio, l’Asp della Romagna faentina. «In alcuni casi abbiamo saldato le posizioni debitorie – dice Maurizio Ghini, referente per Faenza-Modigliana – per fare uscire le famiglie dal circolo vizioso. Molti ancora non sanno della nostra presenza, invece noi riceviamo fondi dal Ministero per prevenire il fenomeno dell’usura. In Emilia-Romagna siamo tra i pochi ad agire su questo versante».

Non c’è solo l’assistenza in caso di bisogno, tra gli scopi della Fondazione san Matteo. Tra gli obiettivi si trova anche un’azione educativa volta a creare una cultura di debito responsabile attraverso convegni, gruppi di studio e di ricerca, dibattiti e conferenze affinché le persone siano portate a riflettere e ad agire responsabilmente rispetto alla necessità di ricorrere alle varie forme di finanziamento. Tra i membri del cda, uno per diocesi, sono presenti Adolfo Zanuccoli per Cesena-Sarsina e Roberto Vitti per Ravenna-Cervia.