Anna (nome di fantasia) è una ragazza di poco più di vent’anni. Si trova a uno dei suoi primi colloqui di lavoro. La presentazione del curriculum procede bene. Poi a un certo punto arriva la domanda. «Lei vuole avere dei figli?». Anna è imbarazzata, ma «sì, in futuro mi piacerebbe averne». La responsabile delle risorse umane fa una smorfia stizzita, e il colloquio va avanti. È questa una delle testimonianze, anno 2022, emerse dall’incontro-dibattito promosso dagli scout del Clan L’Arcolaio Faenza 3 venerdì scorso al circolo Arci Prometeo. Un’occasione per riflettere sul tema della disparità di genere e di come, ancora oggi, ci siano passi importanti da fare per garantire equità e superare stereotipi.

L’evento promosso dagli scout ha avuto come relatori ospiti di Fatti d’Arte e l’assessora Milena Barzaglia

L’incontro ha visto tra i relatori Veronica Bassani e Ruben Impellizzeri dell’associazione Fatti d’Arte e l’assessora alle Pari opportunità Milena Barzaglia. I responsabili di Fatti d’arte hanno messo in luce il lungo percorso della disparità di genere nella nostra società, dall’Ottocento a oggi, con un focus sul mondo della scienza dove, ancora oggi, fa notizia nel titolo di un giornale se una donna riceve un riconoscimento legato alla chimica o alla medicina. Hanno poi presentato l’attività dell’associazione legata all’inclusione, tramite laboratori teatrali e festival culturali. Inoltre hanno evidenziato come il tema della disparità di genere riguardi anche il lato maschile, con i congedi di paternità, per esempio, ancora molto limitati in Italia; e dove un padre che decide di dedicarsi tempo pieno ai figli viene etichettato in maniera denigratoria come “mammo” e non semplicemente come padre.

L’assessora Barzaglia ha invece ricordato i progetti messi in campo in questi anni dall’Amministrazione, in particolare in sinergia con Sos Donna. Tra queste, anche le ricerche che sono state fatte in questi anni per mettere in luce l’importanza che hanno avuto le donne faentine del Novecento in ambito politico. Venendo all’oggi, ha poi sottolineato come durante il lockdown siano state proprio le donne a subire maggiormente licenziamenti e tagli di stipendio. Ha poi lanciato una provocazione agli scout sul tema delle “quota rosa”: «una forzatura oppure una misura necessaria per attivare un cambiamento nella società? ».

L’importanza della scuola e dell’educazione per superare stereotipi e pregiudizi

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Nel momento di confronto successivo sono emerse storie e spunti di riflessione, come quelle relative alla discriminazione che ancora oggi avviene durante un colloquio di lavoro. Sono emersi anche tanti segni di speranza per il futuro, come la consapevolezza dell’evoluzione che c’è stata nel linguaggio, gli importanti passi avanti (anche se non ancora sufficienti) fatti dal mondo della scuola e la voglia dei giovani di portare un cambiamento. Per quanto riguarda il mondo scuola, dal dibattito è emerso come sia importante ampliare il tema degli studi di genere, ancora relegati non a programmi ufficiali ma ad approfondimenti secondari.

L’iniziativa del Faenza 3 rientra nel percorso nazionale Agesci “Bene è possibile”

Gli scout del Faenza 3 hanno scelto il tema della disparità di genere all’interno del percorso nazionale Bene è possibile. I clan (ragazzi e ragazze dai 16 ai 20 anni, ndr) della Zona Ravenna-Faenza hanno scelto di portare avanti un cammino comune dedicato a superare il disinteresse dei giovani verso la politica. Ogni gruppo ha portato avanti un tema: a Modigliana la settimana scorsa vi abbiamo raccontato su Il Piccolo l’incontro dedicato allo sviluppo di imprese sul territorio. «Come Faenza 3 abbiamo scelto il tema della disparità di genere – racconta Fabio Aloisi, uno dei due alfieri che ha partecipato al progetto – perché è un argomento che tocca ognuno di noi. L’associazione scout è da sempre promotrice dei valori di equità, ne è testimonianza il fatto che siano presenti in egual misura ragazzi e ragazze, così come i capi scout sono sempre almeno un uomo e una donna. La società, invece, ci sembra ancora indietro su questi aspetti».

“La nostra generazione è pronta per portare un reale cambiamento”

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Tra le altre storie di disparità di genere emerse dal dibattito, anche episodi di vita quotidiana, come l’andare a cena al ristorante con la famiglia. «Capita che un cameriere prenda fin da subito come unico interlocutore il padre – aggiunge Fabio – senza prendere minimamente in considerazione la madre, dando per scontato che sia solo lui a dover prendere decisioni». «Si sente parlare spesso, alla tv e nei giornali, di episodi di discriminazione di genere – conclude Benedetta Lanzoni, l’altra alfiere scout – e a scuola è un argomento di cui si parla ancora troppo poco. Anche nel dibattito di venerdì è venuto fuori come nei programmi scolastici le figure femminili vengono messe ancora in secondo piano. Penso però che la nostra generazione sia pronta a portare un reale cambiamento. Ne è testimonianza il confronto che abbiamo vissuto al circolo Prometeo. Sono importanti segni che vogliamo portare avanti in futuro arrivando a tutta la cittadinanza, trattando anche altri argomenti oltre la disparità di genere».