Crisi energetica e aumento del costo dei carburanti. Bonus 110 ed efficientamento energetico. C’è chi da queste parole ha costruito un’idea di business. E a loro abbiamo chiesto come fare impresa nel mondo dell’energia. Parliamo di Energifera, Stone Pine ed Esco Solution, realtà del nostro territorio di cui Matteo Pasi è componente del consiglio di amministrazione.

Matteo Pasi: “In un mercato incerto, fondamentale è la diversificazione dell’energia”

Di cosa si occupano Energifera, Stone Pine ed Esco Solution?

Energifera è un’azienda che progetta, produce e vende dei micro cogeneratori, ovvero caldaie ad altissimo rendimento termico. Una caldaia utilizza energia e converte il 60% dell’energia che brucia. Un cogeneratore utilizza un motore termico per produrre aria o acqua calda, ma produce anche energia elettrica dal recupero dell’energia termica. Per fare un esempio, la piscina di Faenza è proprio alimentata da un nostro cogeneratore, ma ci sono anche altre realtà del territorio alimentate da nostri cogeneratori.
Stone Pine vende e installa impianti fotovoltaici, batterie di accumulo e colonnine di ricarica. Stone Pine ha installato finora aclune centinaia di colonnine per conto di terzi in tutta Italia.
Esco Solution invece è un’azienda che fa consulenza per l’efficientemente energetico, con sede a Faenza.

Quali saranno gli sviluppi e i traguardi futuri di queste società? Come si evolverà il mercato di queste aziende?

Punteremo a una maggiore diversificazione delle fonti energetiche, ma anche di efficientamento e quindi di risparmio energetico. Negli anni ‘70 lo shock petrolifero ha portato a sviluppare macchine che consumavano di meno. Questo shock energetico, secondo me, ha dimostrato come sia urgente sviluppare ed efficientare anche le case: è necessario procedere con un maggior utilizzo del fotovoltaico e ammodernamento delle caldaie. Investire quindi nel risparmio energetico. Altra cosa sono le aziende: si devono rivedere i processi produttivi in un’ottica di efficientamento energetico. Le aziende del gruppo aiutano a trovare soluzioni e propongono prodotti e processi per giungere a questo. Oggi la voce costi energetici incide più di prima nel bilancio aziendale e nei costi delle famiglie. È un mercato che dovrà svilupparsi; l’energia deve cambiare, ma è un mercato rischioso, perché tra le varie alternative di energia rinnovabile non si sa quale prevarrà. Il rischio è quello di investire in settori che in futuro potranno poi essere penalizzati dalle scelte politiche. La risposta è quindi la diversificazione.

Che ricadute hanno a livello occupazionale per le aziende a economia circolare? Quali invece a livello ambientale sul nostro territorio?

Difficile quantificare le ricadute occupazionali, ma consideriamo che si sostituiranno fonti energetiche che non sono prodotte qui con nuove fonti sviluppate invece sul territorio (es. scarti agricoli, biometano, gas naturale liquefatto). A mio avviso non si creeranno molti nuovi posti di lavoro, ma si garantirà il livello occupazionale presente mettendolo al riparo dai rischi di crisi che altri settori potrebbero avere. Il ciclo produttivo, se venisse in parte fatto in Italia, creerebbe comunque del lavoro. Si pensi al recupero degli scarti agricoli, allo stoccaggio e alla gestione. E qui sul territorio ci sono aziende che su questo hanno investito e creato posti di lavoro. Introduzione di fotovoltaico e miglioramento dell’efficientamento energetico porteranno a un miglioramento del clima locale. La cosa interessante di questa transizione energetica è che oggi ciascuno può portare il proprio contributo: migliorando l’efficienza della propria casa, utilizzando un’auto meno impattante sull’ambiente, utilizzando un elettrodomestico di classe A e così via. Non solo le grandi politiche, ma le singole scelte personali possono migliorare l’ambiente e la propria città.

a cura di Mattia Randi