È morto il 28 maggio scorso don Romano Baldassari. Era ospite alla Casa del Clero di Faenza. Il vescovo Mario e tutto il presbiterio accompagnano con le loro preghiere il ritorno di don Romano alla Casa del Padre. Don Romano nacque a Pieve Cesato il 6 febbraio 1942 e venne ordinato sacerdote il 28 giugno 1966. È stato vicario cooperatore a S. Giuseppe e dal 1968 parroco a Monteromano (Marradi). Il 1° marzo 1975 è stato nominato parroco della parrocchia di Glorie di Bagnacavallo. Dal 13 settembre 1994 è stato Parroco di S. Maria degli Angeli in Sarna e parroco di S. Margherita in Rivalta fino a quando ha lasciato l’incarico nel novembre 2015. Il funerale è stato celebrato alla chiesa parrocchiale di Sarna. Di seguito alcune delle prime testimonianze giunte alla redazione dalla parrocchia di Glorie.

Don Romano arrivò a Glorie nel 1975, con il non facile compito di raccogliere
l’eredità pastorale lasciata da don Giovanni Melandri deceduto nel 1973.
Vivendo in semplicità e con il supporto fondamentale delle Suore Sacramentine, don Romano cercò innanzitutto il contatto con le persone di ogni ceto sociale e ideologia, avvicinando alla parrocchia anche persone fino a quel momento estranee o indifferenti. Molto profonde erano le sue omelie in chiesa e non dimenticava le visite agli anziani e ammalati, portando loro l’Eucarestia e il conforto.
Ebbe un ruolo importantissimo nella formazione di due generazioni di giovani. Aprì campi scuola a Monte Romano nel periodo delle vacanze estive e altre attività ricreative seguendoli come un padre.
Dopo vent’anni, per obbedienza lasciò la parrocchia e i ricordi che ha lasciato in tanti di noi rimarranno per sempre.
Oggi ci piace pensare che, libero ormai dalle sofferenze dell’ultimo periodo della sua vita terrena, se potesse parlare a ciascuno di noi ci direbbe di non piangere, ma di sorridere, perché lui è felice, ci osserva… ci segue… noi non lo vediamo, ma solo perché è «dall’altra parte»…

Guglielmo, Laura e Anna

Ho conosciuto don Romano nel 1987 quando sono ritornata ad abitare nella casa natia.
Siamo stati accolti con gioia e soprattutto i miei figli sono stati subito coinvolti e hanno conosciuto la realtà di Monte Romano. Don Romano era una guida sicura per la nostra parrocchia, compagno di viaggio per ciascuno di noi.
Tutti lo salutavano quando passava con la sua “motoretta” e lo fermavano per scambiare due parole.
Amava tanto andare a pescare e non c’era volta che non girasse nel cortile dei miei genitori per lasciare il pesce, dicendo però: “mi raccomando preparatelo per mezzogiorno che arrivo”. Poi ha dovuto lasciare Glorie col rimpianto di tanti parrocchiani.
Ora è volato in cielo, ma il suo ricordo vivrà per sempre nei nostri cuori, la sua anima ci sarà accanto e ci renderà più vicini a Dio.
Ciao don Romano.

Assunta Ravagli