Nuovo campo di gara per il Niballo di Faenza dal 2023? In città se ne parla sempre più, sui social infiamma la discussione, tanti i pareri espressi, alcuni favorevoli, ma molti contrari. Al momento bocche cucite dell’Amministrazione, che ha lanciato questa proposta e si esprimerà solo dopo averla valutata assieme ai protagonisti. Per saperne qualcosa di più, abbiamo avvicinato i massimi dirigenti dei cinque rioni e del Gruppo Municipale.

Le opinioni dei 5 capo rioni e del reggente del Gruppo Municipale

Per il caporione del Giallo Daniele Lama: «I cambiamenti spaventano e purtroppo il rischio più grande di questo progetto è quello di disaffezionare parte della comunità che oggi è legata al Palio a 360 gradi, non solo alla corsa. Comunità che già da mesi si esprime e trasmette forte preoccupazione per il futuro della manifestazione se questa dovesse allontanarsi così tanto dal centro storico della città. Sicuramente l’idea di uno spazio dedicato solo al Palio, in questo momento, fa gola agli addetti ai lavori, ma non possiamo sottovalutare le criticità legate alla distanza, a partire proprio dalla sfilata del corteo storico, momento in cui spesso i giovani incontrano per la prima volta il Palio e se ne innamorano. Sono decisioni difficili da prendere e per questo abbiamo chiesto di approfondire tutte le possibili soluzioni».
Gian Luca Maiardi del Rosso la pensa così: «Il sindaco ci ha posto in esame uno studio di progetto che andrebbe ad arricchire e ampliare il già esistente Centro civico portandolo a essere unico in Italia nel suo genere. Il progetto per diversi motivi ha alcune criticità, una su tutte la distanza dal centro storico. Visto il momento particolare che sta vivendo il mondo del Palio, come Rione Rosso crediamo che sia giusto non escludere a priori questa possibilità, ma continuare ad analizzare e approfondire ogni aspetto nella speranza di trovare soluzioni concrete e alternative che possano migliorare e creare valore alla manifestazione. Non si tratta di essere a favore o contrari alle proposte, ma essere aperti a capire cosa il nostro ambiente necessiti in questo momento delicato e di riavvicinamento alla socialità faentina e rionale».
Molto stringato il giudizio del caporione del Verde Massimo Liverani: «Al momento non faccio commenti, mancano troppi elementi per un giudizio completo».

Filippo Rava, priore del Borgo Durbecco: «Inostri rionali si ritroveranno in un’assemblea straordinaria per discutere del progetto e da lì uscirà la posizione del rione. A mio avviso, il progetto prospettato del nuovo campo di gara può portare al mondo del Palio più problemi di quelli che risolverebbe; trasferire una manifestazione del genere fuori città, come paventato, mi sembra molto difficile da sostenere da parte dei rioni pur riconoscendo che sarebbe un grande privilegio disporre di un impianto come c’è stato presentato».
Il Rione Nero rimane fedele alle tradizioni, lo dice Peter Caroli, caporione. «Vogliamo continuare a correre la Bigorda e il Palio allo stadio Bruno Neri dove i tifosi ti seguono in corteo, poi entrano al campo a vedere la giostra e poi ti riaccompagnano in Duomo, se hai vinto, oppure in sede. Siamo però consapevoli dei problemi futuri a fare le gare equestri allo stadio, ed è per questo che stiamo analizzando a fondo il progetto».

Infine, decisamente favorevole il Gruppo Municipale diretto da Marino Baldani: «Questa è un’occasione per un salto di qualità della nostra manifestazione, sotto molti punti, anche culturale. Siamo consapevoli che questo è il futuro e, appena disporremo della nostra sede, vogliamo essere da traino a questo progetto, ad altri vari eventi e alle sfilate».
Intanto il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale fra poco dovrebbe dare il via ai lavori nei terreni espropriati dell’ex Monte di Pietà per realizzare l’invaso Colombaia, dal volume idrico di 90.100 metri cubi di acqua, con una superficie idrica massima di 17.900 metri quadrati e una profondità apicale di 6.50 metri. Di lì saranno asportati 50mila metri cubi di terra utilizzati per costruire il nuovo campo di gara del Niballo.

Gabriele Garavini