Al ricordo di Domenico Dalmonte scomparso nel 1990, è dedicata una mostra retrospettiva, realizzata dal figlio Attilio in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Brisighella.
Le antiche cantine di palazzo Frontali sono la suggestiva cornice all’esposizione, come già avvenne per la mostra del 2017. Da sabato 16 aprile 2022 a domenica 8 gennaio 2023 sarà possibile ammirare una ricca scelta di opere – oltre un centinaio – dell’artista brisighellese, che si cimentò nelle tecniche più diverse: xilografia, litografia, acquerello, calcografia, quadri ad olio oltre a numerosi disegni a carboncino, a matita e a penna.
L’inaugurazione si terrà sabato 16 aprile 2022, alle ore 17, con presentazione della dott.ssa Daniela Poggiali, responsabile delle Collezioni Grafiche e fotografiche della Biblioteca Classense di Ravenna.
La mostra è visitabile sabato, domenica e festivi, dalle ore 15 alle ore 19.
Domenico Dalmonte: una vita per l’arte
Nacque nel 1915 al Villaggio Strada, a pochi chilometri da Brisighella, figlio di un falegname la cui bottega e la pratica col legno ha influito, fin dagli anni giovanili, sulla formazione del futuro artista e soprattutto del futuro xilografo. Un’altra esperienza determinante fu la Scuola di Disegno frequentata per dieci anni, dal 1925 al 1935. Era diretta dal maestro litografo Giuseppe Ugonia che notò per primo la predisposizione e le doti del giovane allievo.
La sua attività lavorativa cominciò nel 1928 nella Tipografia Valgimigli di Brisighella e proseguì per circa due anni a Faenza, nello stabilimento litografico dell’avvocato Francesco Bracchini. In questo periodo di “tirocinio” ebbe modo di conoscere e sperimentare nuove tecniche, come la litografia, che poi approfondirà in seguito. Il servizio militare a Ravenna, e poi dal 1939 la campagna in Libia, non logorò la sua passione per l’arte e anche in condizioni precarie continuò a disegnare ritratti e paesaggi esotici.
Intanto, nonostante la guerra, proseguiva gli studi, conseguendo la Maturità Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1942, approfittando di una breve licenza. Alla fine del conflitto tornò a Brisighella dove insegnò nella Scuola di Avviamento e lavorò presso l’Ufficio Tecnico del Comune.
Nel 1953 conseguì anche il diploma di licenza del corso di Decorazione, sempre all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la guida di insigni professori come Giovanni Romagnoli e Giorgio Morandi. Fu poi docente di Educazione artistica in diverse scuole medie della provincia di Ravenna, membro della Commissione Comunale dell’Ornato, Ispettore Onorario per la conservazione dei monumenti nella provincia di Ravenna.
La xilografia – arte incisoria fra le più antiche – fu una delle tecniche preferite dall’artista. Domenico Dalmonte si formò nel pieno della cultura futurista e ne colse l’impronta stilistica: incisione forte, essenziale razionale. Tra le sue opere rimaste nella memoria collettiva ci sono certamente le sedici copertine della rivista d’illustrazione romagnola “La Piê”.
I soggetti dei suoi dipinti sono certo i grandi paesaggi brisighellesi – come la Rocca, il Monticino, il Duomo – ma l’elemento umano, direttamente o indirettamente, è sempre presente.
I paesaggi da lui immortalati non sono ‘fredde’ fotografie da turista di passaggio, tutt’altro, racchiudono nei loro tratti il senso stesso dello scorrere della vita e del suo mistero. Un’esplosione di luci, colori e ombre capaci di rendere, con il linguaggio dell’arte, più vera la realtà stessa.