Da qualche mese c’è grande fermento per la grande occasione del Pnrr, che mette a disposizione degli enti locali fondi che potrebbero consentire l’esecuzione di opere e interventi altrimenti non realizzabili. In pratica cosa succederà in un piccolo comune come Marradi (2.883 abitanti al 1° gennaio)? Ne abbiamo parlato con il sindaco Tommaso Triberti che ci ha raccontato cosa bolle in pentola. «In primo luogo, va detto che l’accesso ai finanziamenti non è così semplice, specie per i comuni medio-piccoli: ci sono parametri che escludono parte delle amministrazioni e a questi si aggiungono meccanismi che sembrano illogici, come ha già fatto notare il sindaco di Scarperia e San Piero, Federico Ignesti. Ad esempio, per regolamentare l’accesso a molti bandi – aggiunge – si è utilizzato l’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale che, paradossalmente, valuta come “privilegiati” comuni come il nostro».

I parametri di alcuni bandi spesso sono illogici

Ciò significa che, in molti casi, diversi comuni resteranno fuori dai finanziamenti, senza neppure valutare la bontà dei progetti. Per quanto riguarda la città metropolitana di Firenze, di cui Marradi fa parte, ben 21 comuni resteranno fuori da alcuni bandi causa questo indice e, nel Mugello, solo Borgo San Lorenzo, Dicomano e Vicchio rientrano nei parametri, mentre i comuni montani vengono esclusi perché considerati, in un certo senso, “benestanti” rispetto a realtà più grandi. Un altro ostacolo arriva anche dalla strutturazione di alcuni bandi riservati a comuni sotto i 15 mila abitanti, ai quali si può accedere solo in forma associata, in modo da raggiungere quota 15 mila abitanti, e questo non è sempre facile. «A questi meccanismi e vincoli – continua Triberti – bisogna poi aggiungere il fatto che la maggior parte dei piccoli comuni ha, per forza di cose, strutture con personale limitatissimo, il che può rendere difficile il rispondere in modo adeguato alle sfide del Pnrr. Ecco, in questo quadro, si rischia seriamente di aumentare la disomogeneità ed aumentare il gap tra grandi e piccoli anziché colmarlo».

I progetti: dalla ristrutturazione del Molinone ai lavori alla scuola Dino Campana

Marradi Molinone

Sembra tutto molto complicato: e, quindi, come si fa? «Non è per niente facile, ma tutte queste difficoltà non devono diventare una scusa per non partecipare ai bandi. Per cui, servono impegno e attenzione, e anche un po’ di inventiva, per non perdere queste occasioni. Noi ce la mettiamo tutta». Il comune, infatti, non è rimasto a guardare e l’elenco che ci fa il sindaco si presenta davvero corposo: «Tra i progetti presentati direttamente abbiamo la messa a norma antisismica dell’ultimo lotto della scuola “Dino Campana” e del complesso scuola materna/asilo nido e, in un bando che ci vede associati al comune di Scarperia e San Piero, la ristrutturazione del complesso del Molinone come struttura culturale e turistica improntata in particolare per i giovani. (L’opposizione avrebbe preferito un parco sperimentale sul ciclo energetico). A questi si aggiunge la partecipazione al “bando borghi” con la conversione dell’ex albergo Lamone come struttura di ricettività turistica e di silver housing più altri interventi su Urban Center e sul centro culturale (ex scuola Pascoli) oltre a eventi, attività e corsi in collaborazione con associazioni e cooperative. Già finanziata, invece, con il bando Pinqua, la ristrutturazione di nuovi appartamenti in zona stazione ferroviaria per l’emergenza abitativa con annessi servizi per il cicloturista, mentre deve ancora essere presentato un progetto di riqualificazione e miglioramento del palazzetto dello sport».

Rigenerazione urbana: l’idea di uno skate park

Oltre a questi progetti, vanno considerati anche quelli che verranno attivati attraverso fondi indiretti, cioè richiesti e gestiti da altri enti: interventi sulla viabilità regionale e provinciale tra cui l’allargamento della curva di Rugginara, la rotatoria a S. Adriano e varie barriere stradali e ponti, tramite la Città Metropolitana; la strutturazione di servizi socio-sanitari sulle strutture esistenti, tramite Società della Salute e ASL; la conversione della linea ferroviaria a idrogeno (progetto presentato da RFI e dalle regioni Toscana ed Emilia-Romagna). «Ma – aggiunge Triberti – non ci fermiamo qui: stiamo lavorando a un intervento di rigenerazione urbana che creerà uno skate park e dei luoghi sportivi polifunzionali e abbiamo anche altre idee». E non si esaurisce tutto con i fondi del Pnrr: «Esatto. Stanno partendo anche i progetti legati alle risorse per le aree interne che vedranno diversi interventi: tra quelli strutturali ci sarà la realizzazione di una ciclostazione e il polo 0-6 per l’infanzia presso l’asilo “F.lli Scalini”. A questi, poi, si dovrebbe aggiungere un altro intervento di rigenerazione urbana, legato ai “percorsi dell’acqua”, che riqualificherà il centro e che dovrebbe essere finanziato dalla regione».
C’è ancora da pedalare, per quanto ne capisco: buon lavoro!

Andrea Badiali