Nonostante quasi un secolo di storia, quella camicia col giglio sul cuore non ha sbiadito i suoi colori. È lì, all’ingresso della mostra, senza una piega o strappo. Non sente minimamente il peso degli anni. Distintivi e fazzolettone rosso sono al loro posto. Sembra pronta, ieri come oggi, a vivere nuove avventure. Chissà quante deve averne vissute con quella camicia addosso Giulio Argnani (1903-1987), storico fondatore dello scoutismo faentino nel periodo postbellico. Camminate zaino in spalla, serate attorno al fuoco, tende e legature. La sua camicia, messa a disposizione per l’occasione dalla famiglia, è uno dei più preziosi cimeli che è possibile ammirare alla mostra L’avventura dello scoutismo a Faenza. Cent’anni e oltre, realizzata a Palazzo delle Esposizioni in occasione del centenario dello scoutismo faentino. L’esposizione, inaugurata il 9 aprile scorso, è una mostra fotografica e documentale ricca di oggetti e testimonianze di 100 anni di storia del movimento scout a Faenza. Anzi, anche di più. «Abbiamo ritrovato un documento che attesta nel 1915 la nascita di un primo movimento scout laico in città – spiega Davide Bandini, uno dei curatori della mostra – un’esperienza che poi, probabilmente, è terminata con l’inizio della Prima guerra mondiale. La grande storia dello scoutismo cattolico partirà invece nel 1922, ma verrà presto interrotta dalle leggi fasciste».

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L’uniforme di Giulio Argnani

Dare uno sguardo indietro, al passato per guardare con ancora più entusiasmo il futuro: è questo lo spirito che ha animato la realizzazione della mostra. Ed è impressionante vedere come ogni oggetto esposto possa essere al tempo stesso così antico e così attuale: dalla storica fiamma (la bandiera col giglio che simboleggia l’intero reparto, ndr) conservata dal Faenza 1 databile a prima degli anni Quaranta passando per il totem di Akela del 1963, il 22esimo in Italia. Davanti a questo oggetto che simboleggia il branco, centinaia di lupetti faentini hanno recitato la loro promessa. E poi le carte di clan, ognuna unica e particolare, nata da esperienze, confronto e dibattiti tra decine di giovani che si sono messi in gioco nell’identificare i propri valori di riferimento, dalla comunità al servizio. E poi foto, tante foto, dal bianco e nero ai colori, ma sempre con un fazzolettone addosso.
«È stata fatta una ricerca notevole – specifica Bandini – e ci teniamo a sottolineare che è una mostra che si rivolge a tutta la cittadinanza».

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La storica Fiamma del Faenza 1

L’inaugurazione è stata anche l’occasione per ripercorrere la storia del movimento scout faentino dando voce ad alcuni protagonisti, come Andrea Zucchini, che iniziò i lupetti nel 1958 in anni non facili per lo scoutismo cittadino: i capi erano tutti giovanissimi di 18-19 anni, e ci furono defezioni di circa il 40% degli scout. Nel 1968 Andrea iniziò la sua avventura come capo reparto, nel gruppo di esploratori di San Giuseppe assieme a Giuseppe Argnani e con l’aiuto di don Renzo Tarlazzi e altri capi si invertì una rotta che, nel tempo, ha portato a grandi traguardi. «Il filo conduttore in questi cento anni? – conclude Bandini – Lo scoutismo passa dai piedi, questa frase del fondatore Baden Powell riassume tutto. L’educazione scout ha al centro l’uomo in tutti i suoi aspetti: dalla fede a quelli più pratici, per questo vale ancora tanto per i 700 faentini che lo praticano». Diversi gli appuntamenti paralleli che animeranno il centenario scout cittadino. Sabato 23 aprile sarà celebrata in Cattedrale la Messa per la festa di San Giorgio, patrono degli scout. Venerdì 29 aprile ci sarà un incontro sul tema dell’educazione con il dottor Stefano Costa. Domenica 30 aprile, invece, il pomeriggio di canti con le guide dell’Agi (sigla del movimento delle guide prima che nascesse l’Agesci).

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Le carte di clan

Samuele Marchi