«Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta». Lo ha detto papa Francesco, prendendo la parola durante l’incontro di preghiera degli adolescenti italiani con il Santo Padre, promosso dalla Cei il Lunedì dell’Angelo. Nel primo incontro pubblico in piazza San Pietro dopo la pandemia, 80mila ragazzi, accompagnati da 60 vescovi, dai loro genitori e dagli educatori, hanno riempito l’area abbracciata dal colonnato del Bernini fino a via della Conciliazione. Francesco ha ricambiato il loro caloroso abbraccio, spingendosi ben oltre i confini della piazza a bordo della papamobile. Subito prima, gli adolescenti hanno vissuto un momento di festa ascoltando le testimonianze dei loro coetanei e le canzoni di due dei loro beniamini: Blanco e Matteo Romano, l’uno vincitore e l’altro concorrente al Festival di Sanremo di quest’anno.

“Abbiamo incontrato tanto entusiasmo, un’esperienza del genere mancava da tempo”

Anche tanti giovani della parrocchia di Errano hanno vissuto questo momento con i loro catechisti e con tanti altri giovani della Diocesi di Faenza-Modigliana. “Ero entusiasta di andare a questo pellegrinaggio e di avere l’opportunità di rivedere il Papa come era stato per il pellegrinaggio dei cresimandi – racconta Martino Babini -. Arrivati nei pressi di San Pietro siamo stati travolti da una moltitudine di altri ragazzi e, assieme a loro, abbiamo ascoltato le testimonianze di sette giovani come noi. Hanno raccontato il loro rapporto con la fede e con Dio e in particolare hanno parlato di esperienze che hanno vissuto e che gli hanno cambiato la vita. Abbiamo trascorso il pomeriggio tra canti, preghiere e riflessioni. A me è piaciuto essere in mezzo a tutti quei ragazzi e cantare con loro”.

“Abbiamo visto il Papa quando ha fatto il suo consueto giro sulla papamobile anche se questa volta, a differenza di due anni fa, non siamo riusciti a bloccarlo per fargli autografare il nostro cappello – prosegue Martino -. Inoltre il giorno successivo noi con tutti i ragazzi della nostra diocesi, ci siamo trovati e abbiamo celebrato la Messa tutti insieme. E’ stata un’esperienza molto bella perché ho incontrato persone nuove provenienti da varie città d’Italia ma ho anche conosciuto meglio i ragazzi con cui ero partito, è stato bello vivere questo momento con loro e coi catechisti che ci hanno accompagnati”.

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La messa diocesana celebrata a Roma da don Michele Morandi.

“Personalmente mi sono divertito molto a Roma siccome è sempre emozionante visitare una città così e soprattutto perché ero insieme a un gruppo in cui ci conosciamo tutti bene – è la testimonianza di Riccardo Bandini – mi mancava fare esperienze del genere e spero che in futuro ci siano opportunità come questa”. “Complessivamente il viaggio a Roma mi è piaciuto – aggiunge Elena Sportelli – sono rimasta molto stupita, in senso positivo, di vedere così tanti giovani carichi e contenti di vivere un momento comunitario insieme ad altri coetanei”. “A Roma mi sono divertito molto – sintetizza Pietro Zauli – l’ho trovato un evento “moderno” e anche interessante per noi giovani. Mi è piaciuto molto anche soprattutto per la combriccola che siamo e anche perché ho incontrato altri ragazzi di altre parrocchie”.

“Ci ha fatto capire quanto può essere importante seguire qualcuno nella vita”

“Il pellegrinaggio mi è piaciuto tanto – ci dice Luca Bersani – credo che incontri come questo dovrebbero avvenire più spesso perché coinvolgono molto i giovani che stanno pian piano allontanandosi da quello che è il mondo della chiesa”. “Questa esperienza a Roma è stata tanto divertente quanto educativa – aggiungono Anna Dalmonte, Maria Solaroli, Elisa martinino e Irene Bosi – È stato bellissimo vedere così tanti giovani carichi dopo due anni di distanze e difficoltà. Inoltre, sentire le storie di quei ragazzi ci ha fatto capire quanto può essere importante seguire qualcuno nella vita, avere un esempio che guida i nostri passi durante il pellegrinaggio della vita. Il Santo Padre e il nostro vicario, don Michele, ci hanno parlato guardandoci negli occhi, e hanno usato parole forti, che ci sono entrate dentro. Spesso, presi dalla paura, facciamo fatica ad aprirci e a parlare delle nostre paure. Vediamo nero, siamo in un tunnel da cui ci sembra impossibile uscire. Ma dobbiamo alzare lo sguardo e “far esplodere la verità”, fare sentire la nostra voce. Soprattutto il messaggio del Papa è quello che ci ha maggiormente colpito e fatto riflettere. Oltre a un’esperienza a livello nazionale, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio anche noi ragazzi della stessa parrocchia, scoprendo lati dell’altro che ancora non avevamo mai visto”.

Giorni pieni di emozioni, canti e risate

“Questa esperienza sicuramente mi rimarrà impressa, per vari motivi – conclude Serena Bosi -. L’incontro col Papa non è stato per niente banale anzi non pensavo di trovare così tanto calore e persone in questo evento, anche scout! Forse era perché non partecipavo a un evento con così tante persone da tempo, ma sicuramente mi ha impressionato vedere quanto fosse piena piazza san Pietro. È stato un momento di crescita personale ma anche di legame con i ragazzi della mia parrocchia. Sicuramente due giorni pieni di emozioni, canti e risate”.