Tutta la Diocesi si è stretta attorno al dramma che sta vivendo il popolo ucraino. Preghiere assieme ai fratelli e sorelle ucraini, manifestazioni di piazza, raccolte viveri e accoglienza dei profughi: il grido di pace si è levato alto nel cielo e tanti gesti spontanei di vicinanza e solidarietà sono nati nei giorni scorsi. Il vescovo Mario, in questo periodo di particolare criticità, seguendo l’invito di papa Francesco e della Conferenza Episcopale Italiana, ha sollecitato le famiglie, le parrocchie, le associazioni, le comunità religiose e tutti gli uomini e donne di buona volontà, a pregare intensamente per la Pace, polarizzando l’attenzione al Mercoledì delle Ceneri, giornata dedicata dal Papa alla preghiera e al digiuno per la Pace. «Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle ucraini e alle loro comunità presenti in Diocesi» è il messaggio di monsignor Toso.

La comunità ucraina a Faenza: “Non lasciateci soli”

Le parrocchie hanno accolto l’invito del vescovo e in tante realtà si sono organizzati momenti di preghiera per stringersi attorno alle sofferenze di un intero popolo, dell’Europa, del mondo. Fin dalla mattina di sabato la piazza ha accolto manifestanti per la pace e persone della comunità ucraina. «Non lasciateci soli – ci racconta Alina, portavoce della comunità ucraina –; l’Ucraina ha bisogno del vostro sostegno, c’è bisogno di medicinali, di viveri. Ci sono profughi con anziani e bambini che vogliono scappare dalla guerra e trovare rifugio. Grazie alla metropolitana la gente di Kiev trova rifugio, ma non possono stare lì molto. Stanno vivendo notti drammatiche. Abbiamo ottenuto l’indipendenza trent’anni fa e ora nessuno vuole tornare sotto un regime». A seguire, nel pomeriggio, la celebrazione presieduta da padre Vasyl alla chiesa di San Vitale con la comunità cattolico-ucraina e, in serata, piazza del Popolo si è riempita di quasi un migliaio di persone, con interventi del sindaco Isola, di padre Vasyl e degli scout.

messa padre vasyl

Istituito un tavolo di confronto a sostegno dei profughi ucraini

Un primo tavolo di confronto tra Amministrazione, Caritas, associazioni e cittadini per rispondere all’emergenza si è svolto lunedì scorso. Dalla raccolta viveri all’accoglienza dei rifugiati, la solidarietà risponde alla tragedia delle bombe su Kiev facendo rete e tendendo una mano a chi in questo momento è sotto assedio. «Ciascuna realtà sta facendo del proprio meglio, nel suo ambito, per tendere una mano al popolo ucraino. Per quanto riguarda l’accoglienza, attendiamo dalle Prefetture indicazioni istituzionali – spiega don Marco Ferrini, direttore Caritas. – Se le Prefetture apriranno nuovi centri di accoglienza straordinari si andrà in una direzione chiara. Da parte nostra, intanto, come Caritas facciamo da raccordo per la raccolta dei beni di prima necessità. Domani (mercoledì, ndr) ci vedremo con la comunità ucraina e con l’assessore Agresti per individuare un altro spazio di stoccaggio più ampio rispetto a quello ospitato al momento nel negozio di via Oberdan. Padre Vasyl, il nostro vescovo Mario e il vicario generale don Michele Morandi si sono incontrati nei giorni scorsi per trovare ulteriori soluzioni all’emergenza».

L’accoglienza nelle parrocchie

La situazione in continuo divenire porta a un grande senso di incertezza di cui le prime vittime sono chi cerca rifugio dalle bombe. Nei prossimi giorni la parrocchia di Sant’Antonino, di cui don Marco è parroco, ospiterà le prime cinque persone arrivate dall’Ucraina. «Li ho sentiti telefonicamente – dice don Marco -; si portano dietro il grande trauma della guerra. Sono venuti via subito dopo i primi bombardamenti. Sono estenuati dalle lunghe file per uscire dal Paese e dalle incognite che troveranno. Per questo dobbiamo essere loro vicini». Domenica 6 marzo in Seminario sarà vissuto un momento di preghiera per la Pace con le altre confessioni.

Samuele Marchi