Con il brano “Happier than ever” Reneè Messeng, 17 anni, si è aggiudicata la 41esima edizione del Pavone d’oro, lo storico concorso canoro faentino ideato da don Italo Cavagnini nel 1969. Un’edizione molto energica, con una grande voglia di ritornare alla normalità e soprattutto a cantare nei palchi del teatro San Giuseppe, dove si effettuano le eliminatorie, e del teatro Masini dove si è tenuta la finalissima. E proprio sul palco del prestigioso teatro faentino, oltre alla vincitrice del concorso che si è aggiudicata il prestigioso piatto in ceramica creato da Goffredo Gaeta poche settimane prima della sua dipartita, si sono imposte anche Iris Cimatti nella categoria A con “Occhiali tondi”, Francesca Mordenti nella categoria B1 con il brano “Il mio canto libero”, la talentuosa Sara Calamelli nella categoria B2 con “Something’s got a hold on me” e Matilde Montanari nella categoria C con “I know where i’ve been”.

Oltre alle categorie sono stati assegnati il premio simpatia a Carlo Martini, il premio critica a Nora Montevecchi e il premio fedeltà a Cecilia Menetti. Incredula la vincitrice del concorso, Reneè Messeng: “Non mi aspettavo questa vittoria, c’era molta qualità nelle canzoni delle altre concorrenti. Sono felicissima, mi sto dedicando da diversi anni allo studio del canto grazie alla mia insegnante Natascia Placci, un motivo in più per credere nei miei mezzi e continuare ad applicarmi. Questa vittoria oltre al bellissimo e prestigioso piatto in ceramica, mi ha regalato anche la pubblicazione di un brano inedito messo a disposizione dalla Casa della musica e dal Meeting delle etichette indipendenti, cercheremo di sfruttare al meglio anche questa opportunità”. Nelle prime due file della platea erano presenti una ventina di Ucraini che sono ospitati dalla parrocchia delle “Celle” e da quella di Sant’Antonino di cui è parroco don Marco Ferrini.

Per il direttore artistico del concorso, Gabriele Andrini, si tratta di “un concorso che cresce anno dopo anno, senza mai perdere la sua principale caratteristica di far crescere anno dopo anno i ragazzi che vi partecipano. Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto sul palco due band, oltre alla nostra diretta dal maestro Gabriele Bertozzi abbiamo inserito anche una band creata dalla scuola di musica Artistation qui di Faenza, formata da giovani che seguono i corsi di musica. Continuiamo a dare vita a questo concorso nel segno, nella memoria e nelle volontà del nostro fondatore, don Italo Cavagnini, che credeva nella musica come veicolo di aggregazione e amicizia fra i ragazzi. Oggi noi siamo una grande famiglia. Per la continuità che portiamo avanti, oggi devo fare un sentito ringraziamento alle figlie del compianto Goffredo Gaeta, che ci hanno confermato la collaborazione per il piatto in ceramica del vincitore, la continuità della loro storica bottega ceramista alla memoria del padre recentemente scomparso”.

Don Marco Ferrini, presidente del Pavone d’oro

“Quest’anno è un importante anniversario – aggiunge il presidente del Pavone d’oro, don Marco Ferrini -. Sono dieci anni che sono alla guida di questo meraviglioso concorso, e mi rendo conto che anno dopo anno ci stiamo sviluppando maggiormente. C’è una bellissima alchimia fra tutte le persone che ruotano in questa manifestazione, fra chi partecipa e chi organizza. Quando sono arrivato non esisteva ancora il coro delle voci bianche, c’era un’altra band, quest’anno ne abbiamo aggiunta addirittura una nuova. Si tratta di un ‘work in progress’ continuo, il format funziona benissimo. Abbiamo la sensazione che la qualità dei brani e delle interpretazioni siamo meglio di quelle dell’anno precedente, proprio perché seguiamo attentamente i concorrenti in tutte le fasi. C’è questa rotazione continua, le coriste e chi presenta sono persone che hanno preso parte in passato al concorso. Sono persone affezionate a questa grande famiglia, e vi restano anche dopo.

Il vescovo Mario riprende le parole del fondatore don Italo

“C’è  da ringraziare don Italo Cavagnini per questa bellissima iniziativa – ha detto il vescovo monsignor Mario Toso – Credo sia qui fra noi che aleggia e ci guarda con il suo cuore. Un concorso educativo che aiuta le famiglie a stare unite fra di loro, non ci sono solamente i ragazzi e le ragazze che partecipano. Rinnovo la storica frase di don Italo: Chi prega prega, chi canta prega due volte e chi suona va in paradiso. Io a questo punto mi trovo un po’ in difficoltà perché non so suonare, però don Bosco che è il mio fondatore mi ha insegnato qualche segreto per andare in paradiso”

Massimo Isola: “Il Pavone d’oro è un simbolo della nostra società”

“Ringrazio tutti per questa bellissima serata che chiude un percorso che finalmente, dopo due anni complicati, fa tornare il Pavone d’oro qui dove è giusto che sia, nel teatro della città e della comunità – conclude il sindaco Isola -. Il Pavone dopo 41 edizioni è più che mai uno dei simboli della nostra società, dietro al Pavone si sono creati artisti a cui vogliamo bene. Quest’anno al concorso chiedevamo qualcosa in più, grinta, energia e passione, sicuramente ci sono riusciti. Oggi raccontiamo una città che ha un’anima creativa molto profonda grazie alle vostre voci e a tutti coloro che lavorano dietro a questo concorso”.

Gianni Zampaglione