La fabbrica dei marroni non chiuderà e per il 2022 e 2023 Italcanditi e il Gruppo De Feo si impegnano a garantire ai sette lavoratori a tempo indeterminato e ai 64 stagionali dell’Ortofrutticola lo stesso trattamento economico del 2021. Tre le linee produttive del fresco che sarà lavorato allo stabilimento di Sant’Adriano: castagne in retina, snack in doypack e castagne in latta per la produzione dei marron glacé in pasticceria. Il prodotto di punta dello stabilimento, i marron glacé, va invece a Bergamo. Questi i verdetti arrivati dal lungo confronto al tavolo regionale di mercoledì 23 febbraio che ha visto il confronto tra la proprietà e i Sindacati. Per fare un quadro dell’accordo, abbiamo posto alcune domande al sindaco Tommaso Triberti.

Intervista al sindaco di Marradi Tommaso Triberti

Sindaco Triberti, alcuni commentatori hanno parlato di un “ottimo traguardo”, viste le premesse, altri di una “mezza sconfitta”. Come primo cittadino, qual è la sua opinione?

Non credo che quanto successo a Marradi in questi due mesi sia relegabile a due sole parole. Il 28 dicembre avevamo un’azienda chiusa, 80 famiglie senza un lavoro e un problema nella gestione del nostro prodotto principe. Oggi, dopo due mesi sfibranti, abbiamo un’azienda aperta, la garanzia dell’acquisto dei marroni dai nostri castanicoltori, e un piano industriale con conseguente occupazione per l’intera durata, di cinque e non di due anni come erroneamente si sente dire, e con in più due anni di salvaguardia occupazionale anche per chi tutele non ne ha mai avute come i lavoratori stagionali.

Ribadisco, non stappo la bottiglia di spumante perché è stato portato via il prodotto di punta e ci sono alcune minori criticità sulle quali continueremo a lavorare, ma credo che quello che tutti insieme abbiamo fatto a Marradi sia un risultato che nessuno di noi, come anche “i commentatori”, si sarebbe sognato due mesi fa.

Lei ha dichiarato che ora inizia il “secondo tempo della battaglia” con il tavolo istituzionale.

Il tavolo della Regione Toscana con il nostro Comune e la Città metropolitana di Firenze proseguirà nel rapporto diretto e schietto che abbiamo fin da subito avuto sia con i Sindacati, che hanno fatto un grande lavoro, che con la proprietà, per monitorare l’accordo e sostenere nuove opportunità che potranno andare a irrobustire la nuova azienda.

A un certo punto si è messa sul piatto anche l’ipotesi di un’acquisizione da parte del gruppo Prada. Se ne tornerà a parlare?

Il tema non sono i nomi. Il punto è il futuro del territorio. Sicuramente chi vorrà parlare di investimenti nel nostro territorio è il benvenuto e ha la nostra totale disponibilità a cercare le soluzioni adeguate.

La comunità si è unita molto in questi due mesi. Da una grave crisi è possibile cogliere delle nuove opportunità. Come non disperdere quanto di buono è nato dal presidio?

La risposta è stata unica e a tratti commovente. Non avevamo nulla da scoprire conoscendo la comunità marradese, ma quando ci si trova nelle situazioni è sempre bello avere le conferme. Tutto questo ci deve lasciare in eredità la certezza che quando si è tutti uniti siamo più forti. Dovremo non disperdere le energie scaturite da questa situazione e dare concretezza a soluzioni finora solo immaginate, come può essere il caso di una maggiore unione tra i castanicoltori, per tutelare e valorizzare il nostro prodotto, ma non solo. Altre opportunità potranno essere accompagnate con l’aiuto di tanti, come ad esempio con “il forno delle idee” delle Acli di Faenza e molti altri.

A livello personale, cosa hanno rappresentato per lei questi due mesi?

Sono stati mesi duri, un’altalena di emozioni in cui si passava da giorni con maggiori speranze a giorni in cui si temeva di non arrivare a una soluzione. La paura dopo l’annuncio della chiusura, il presidio che si ingrandiva, i primi giorni senza interlocuzioni, la grande preoccupazione, la solidarietà da parte di tutti, poi i primi incontri con l’azienda che ci avevano consegnato un po’ di speranza e dopo poco gli ultimatum. La forza delle lavoratrici e dei lavoratori. Le istituzioni, la politica, i cittadini, gli artisti… tutti vicini a noi. Le lacrime di preoccupazione e di gioia per la tanta solidarietà. Immagini? Di immagini ce ne sono tante: dal brindisi di Capodanno alla manifestazione del 5 febbraio. Troppe per elencarle ma saranno sicuramente le immagini positive a prevalere. Per questo va detto grazie di cuore a tutti.

Le sfide a cui sono chiamati i territori montani sono molteplici. Quali sono le scelte coraggiose e innovative che si possono mettere in campo in un contesto sempre più complesso?

Attrattivi lo sono già, noi dobbiamo avere la capacità di raccontarli e tutelarli, ma prima ancora la politica deve avere il coraggio di investirci seriamente con strategie mirate. Le politiche per le aree interne sono una scelta importante a livello europeo e nazionale al quale bisogna continuare a dare gambe. Purtroppo nei fondi Pnrr questa tutela particolare non si vede. Peccato, ci sarà da lavorare e molto ma le aree interne sono una ricchezza per tutti, non solo per chi le vive.