Sanità faentina tutta a nord ovest. La Casa della Salute non vuol essere da meno; infatti sorgerà a nord.  Come abbiamo letto su tutti i giornali: “Pioggia di milioni sulla nostra sanità”. Oltre ai benefici che ne avranno gli ospedali, si apriranno in tutto il territorio diverse tipologie di strutture:

Case della Salute: sono un punto di riferimento, vicino e abituale, per i cittadini, dove accedere alle cure primarie, ricevere assistenza e trovare tutti i professionisti;

Case di Comunità: sono strutture sanitarie promotrici di un modello di intervento multidisciplinare per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione socio sanitaria (così definite);

Ospedali di Comunità (Osco): svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Ha di norma 15 – 20 posti letto. Sono ricoverati malati, prevalentemente anziani, dimessi da ospedali ma non gestibili a domicilio. Nel nostro Distretto un Osco è stato inaugurato nell’ex struttura ospedaliera a Brisighella nel 2020.

Fra tutte queste novità si rischia di confondersi. Inoltre nel bel mezzo di queste “buone notizie sanitarie” arriva la dichiarazione del dottor Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici che gela l’ottimismo: «Rischiamo di sprecare miliardi di euro e non perché l’idea non sia buona ma per la drammatica mancanza di fondi per il personale».

La prima Casa della Salute: un costoso flop?

Fra le strutture di cui abbiamo parlato, a Faenza sorgerà una ‘vera’ Casa della Salute: quella “postazione” sanitaria ubicata alla Filanda, che ci siamo abituati a definire Casa della Salute, è un gigantesco e costoso flop. Non ha nessuno dei requisiti previsti dalla Delibera Giunta Regionale per essere tale. Non ha la struttura architettonica compatibile; non ha il personale sanitario previsto, non ha l’organizzazione stabilita dalla Dgr e non è un luogo ben praticabile. Se consideriamo che fra le categorie più interessate ci sono gli anziani con malattie croniche, persone che abitualmente usano la bicicletta, si poteva, anzi si doveva tenere conto della difficoltà stradale per raggiungerla. L’unica dote che gli viene riconosciuta è il parcheggio.

“La Case della Salute rappresenta un punto di riferimento certo per l’accesso dei cittadini alle cure sanitarie territoriali. Un luogo al quale il cittadino possa rivolgersi ogni momento della giornata che assicuri risposte competenti e adeguate ai diversi bisogni di salute e assistenza”. Questa la definizione. La postazione alla Filanda è stata aperta senza tenere in nessun conto, perché non richiesto, né il parere dei medici di famiglia né quello dei cittadini, così come voleva il legislatore. Non c’è quindi da meravigliarsi se è naufragata. Quindi non continuiamo a dire che a Faenza verrà aperta la seconda Casa della Salute, perché così dicendo, noi semplici cittadini ci preoccupiamo di ritrovarci nuovamente una realtà “pasticciata”.

La nuova Casa della Salute: ampi spazi funzionali ma lontana dai cittadini

Finalmente a Faenza avremo la Casa della Salute. Il 2026 è il tempo previsto per la fine dei lavori. Sul luogo scelto dell’ex fiera, cosa si può dire? È bello arioso, ampio e luminoso; ha un unico difetto: oltre che decentrato è l’ennesima realtà sanitaria a nord della città. Se tracciassimo una linea ideale via Cavour – corso Baccarini tutta la nostra sanità è incentrata verso Bologna. La delusione dei cittadini faentini che attendevano la nuova Casa della Salute. Come dice la Legge regionale: “Un luogo vicino e facilmente riconoscibile dove si concentrano tutti i professionisti e i servizi”, non ha avuto seguito. Se via della Costituzione è decentrata, non si può dire che il Centro Fieristico sia molto più centrale, anche se obiettivamente meglio raggiungibile. Ma veramente in tutta la città non c’era altro luogo vicino e facilmente riconoscibile più vicino alla maggior parte dei cittadini? Decisamente la Case della Salute, a Faenza è lontana dai cittadini. Se però, teniamo conto dell’ampiezza dell’ex Fiera si può pensare che sarà una bella e funzionale Casa. E comunque, se la decisione è presa, dovremo farcene una ragione.

Raccomandazioni della Legge regionale

La Legge regionale indica alcuni punti sulla progettualità dell’accoglienza delle Case della Salute:

1- gli spazi di attesa debbono essere piacevoli, comodi e con un buon livello di finitura;

2 – debbono essere localizzati in modo da non creare intralcio ai flussi della percorrenza;

3 – gli spazi di attesa in generale debbono avere viste sull’esterno e illuminazione naturale, quando è possibile;

4 – le sedute dovranno essere organizzate con una distribuzione “a salottini” per creare un’atmosfera più intima e piacevole, che non crei sensazioni di disagio all’utente;

5 – dovrebbero essere previste sedute di varia altezza incluso un certo numero di sedute con schienale più alto e braccioli per le persone anziane. In alcuni contesti possono essere previsti divanetti;

6 – si dovrebbero usare colori per demarcare le aree afferenti ai diversi servizi ambulatoriali nelle zone di attesa;

7 – le sale d’attesa dovrebbero prevedere appositi display per informare i pazienti sui tempi previsti di attesa.