La Comunità propedeutica, che ha sede nel Seminario Pio XII di Faenza, accoglie coloro che desiderano comprendere se sono chiamati a seguire Gesù come sacerdoti o in altre vie. La preghiera, il lavoro, lo studio, la vita comune, sono gli strumenti attraverso cui i membri di questa comunità sono stimolati nella crescita umana e spirituale. Il responsabile, il vice e il direttore spirituale sono i sacerdoti ai quali è affidato il compito di accompagnare i “propedeuti” in questo cammino di scoperta della propria strada. Nel Seminario di Faenza compiono i primi passi della formazione presbiterale non solo i giovani della nostra Diocesi, ma anche altri provenienti da diverse diocesi del territorio.

La testimonianza di Lorenzo

Ranzi spiega

Per me la propedeutica è stata una continua sorpresa. All’inizio non avevo idea di cose fosse. Anche chi me lo proponeva non aveva molte informazioni specifiche oltre al generico: «Siete un gruppo di ragazzi, c’è chi studia, chi lavora e vivrete insieme». Per me, che ero appena laureato e non avevo ancora trovato lavoro apposta per dedicarmi al discernimento, la prospettiva sembrava alquanto vuota e nebbiosa. E invece, quando ti fidi e ti affidi al Signore completamente, gli orizzonti si allargano, le aspettative vengono superate abbondantemente!

La prima scoperta è stata la preghiera. Non che non avessi mai pregato nella mia vita, anzi; però ho iniziato da subito a sperimentare una preghiera diversa, nuova, costruita come dialogo con Dio, imparando pian piano ad ascoltare, capire, intuire quella parola che Lui vuole dire a me, oggi. Proprio a me! È stato bellissimo, e lo è tuttora, per quanto impegnativo e richieda un allenamento quotidiano e costante, un po’ come uno sport per l’anima.

La vita in comunità, secondo strumento, mette alla prova ogni giorno. A oggi siamo sei ragazzi tra i 20 e i 26 anni (esatto, sono il più anziano!), seguiti da tre preti e una psicologa e viviamo in un’ala del Seminario molto accogliente, in stanze singole, ciascuna col proprio bagno. La giornata è scandita dalla preghiera, che inizia di norma alle 7, si fa colazione insieme verso le 8, poi ognuno esce a svolgere la propria attività: chi va a lezione all’università, chi al lavoro, chi presta servizio come volontario.
Nel mio caso, svolgo un’attività di volontariato alla scuola media di Sant’Umiltà. Ci ritroviamo di nuovo alle 19 per la Messa tutti insieme, poi la cena e la serata sempre organizzata da noi, con giochi, film, uscite. Nei fine settimana rientriamo a casa, a parte uno al mese in cui rimaniamo insieme e se possibile andiamo a visitare esperienze di fede significative (parrocchie, figure di santi, gruppi giovani, ecc.), ma anche città d’arte ed esperienze culturali.

Insomma, per ora sono molto grato al Signore per questa esperienza che mi da la possibilità di crescere nella mia interezza, mettendomi ogni giorno in discussione e facendomi anche sentire amato e coccolato dalla comunità che mi educa e mi sopporta ogni giorno!

Lorenzo