Ventisette Dpcm dal 1° febbraio di due anni fa al 21 gennaio scorso. Senza contare i decreti legge, le circolari ministeriali e le ordinanze regionali. Li ho contati sul sito del Governo: il numero di Dpcm dedicati all’emergenza Covid, iniziata mentre Amadeus celebrava il suo primo Festival di Sanremo da direttore artistico, è proprio “27”. Il contrario di “72”, che invece è il numero di festival di Sanremo fino ad oggi. Coincidenze? Io non credo.

In effetti Adam Kadmon che fine a fatto? Me lo chiedo da quando abbiamo iniziato a portare la mascherina. Lui che la mascherina la portava da sempre, lui era già pronto, lui sapeva tutto prima di tutti… e infatti lo hanno fatto sparire. Dov’è Adam? Dov’è Bugo? Dove sono i due liocorni? E se fossero loro i due liocorni? L’unica certezza è che 27 Dpcm sono davvero tanti, una matassa mostruosa di articoli, commi e punti elenco. Sono tanti da spiegare tutti, l’abbiamo percepito nella voce sforzata di Conte all’ora di cena. Ma io andavo comunque sul sito delle FAQ Governative, dove un esercito di tecnici ministeriali lavorava contro il tempo – e spesso contro la logica – per rendere comprensibili agli esseri umani regole e limitazioni immaginate da comitati di alieni. Un lavoro immane, una trama intricata, ma sempre aggiornata, sempre coerente, sempre più esaustiva, decreto dopo decreto. Ci vuole arte a “spiegare” l’inspiegabile, quel garbuglio tridimensionale di riferimenti incrociati che è la lingua del legislatore, fino ad appiattirlo in una tabella che stia nello schermo dello smartphone. Il contrario dell’origami, l’arte di “piegare” un semplice foglio di carta fino a creare, da quello spessore infinitesimale, figure meravigliosamente complesse e solidamente concrete. Oggi il mio grazie va a loro, questi eroi del protocollo, che lottano senza tregua per rendere semplice e lineare l’orrenda complessità di ciò che chiamiamo burocrazia.

Buon Festival di Sanremo a tutti.

Con o senza Green pass.

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