Chef uniti a difesa del territorio. Anche l’associazione Tempi di Recupero, nota sul nostro territorio per organizzare la rassegna Cinemadivino, si unisce al sostegno al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ortofrutticola del Mugello di Marradi, mettendo in campo le sue qualità specifiche: buon cibo, qualità dei prodotti e sostenibilità. L’appuntamento è per martedì prossimo 18 gennaio dalle 12 alle 15 in cui gli chef proporranno i loro piatti a tema marroni, al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori organizzato davanti ai cancelli della fabbrica, Ortofrutticola del Mugello, nella zona industriale di S. Adriano

La scelta

Sostenere i temi del ripopolamento sostenibile della montagna è tra le finalità di Tempi di Recupero. “Parlando con gli amici di Marradi – scrivono da Tempi di Recupero – e confrontandoci con gli attori della nostra rete di recuperatori è stata immediata la spinta ad essere presenti per sostenere questa realtà, che opera in una direzione sana di vita di montagna. Abbiamo così ideato un appuntamento che vede protagonisti lo chef Gianluca Gorini (daGorini a San Piero in Bagno), lo chef Riccardo Agostini (Il Piastrino di Pennabilli), gli chef Chiara Pavan e Francesco Brutto (Venissa sull’Isola di Mazzorbo a Venezia) e altri amici chef dell’associazione Chef to Chef Emilia Romagna Cuochi e il sostegno tecnico di Casa Spadoni e i vini di Modigliana – Stella dell’Appennino rappresentati dalla cantina Mutiliana“.

L’appuntamento è per martedì prossimo 18 gennaio dalle 12 alle 15 in cui gli chef proporranno i loro piatti a tema marroni, al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori organizzato davanti ai cancelli della fabbrica, Ortofrutticola del Mugello, nella zona industriale di S. Adriano

Marradi, luogo simbolo del marron buono

Marradi è un paese di confine dell’Alto Mugello. È in Toscana ma sullo spartiacque al confine con l’Emilia Romagna sulla via che da Faenza porta a Firenze attraverso il Passo della Colla, quei 100Km del Passatore che caratterizzano la corsa che ogni anno porta fino a 4000 persone ad attraversare a piedi l’Appennino tosco romagnolo, che quest’anno è protagonista del percorso delle vie di Dante, e della Strada del Marrone del Mugello di Marradi.

Marradi è incastonato nel paesaggio intenso dell’Appennino, quello che il professor Varotto definisce la montagna di mezzo. Meta turistica degli anni ’70 e ’80, oggi conta meno di 3000 abitanti ed è frequentato per pochi giorni all’anno prevalentemente da persone che con questo territorio hanno legami famigliari. Tranne in autunno, perché Marradi è regina del marrone ed ogni anno, per quattro fine settimana consecutivi porta frotte di turisti a degustare il dolce frutto del bosco nelle sue sfumature. I castagneti sono culla del luogo e importante indotto. I marroni di Marradi sono famosi in tutto il mondo e qui c’è la fabbrica di marron glace di qualità, la storica “Fabbrica dei Marroni” oggi “Ortofrutticola del Mugello”

La fabbrica

Anzi, c’era. Perché la proprietà ha deciso di spostare la fabbrica a Bergamo. Malgrado le rassicurazioni date dalla neo-proprietaria Italcanditi (controllata dal fondo Investindustrial) che a pochi mesi dal suo arrivo ha palesato le sue intenzioni: spostare le attività entro il 30 gennaio. Questo si traduce in 80 lavoratrici stagionali (con contratti da tre a nove mesi) e 9 dipendenti a tempo indeterminato, che rimangono senza lavoro. Si parla tanto e giustamente di ripopolamento della montagna, Sostenibilità, Enogastronomia e Rete del Recupero 2 Comunicato Stampa 12 gennaio 2022 perché è in questi luoghi che si gioca il futuro dei territori, e chiudere fabbriche fiorenti va nella direzione opposta, di certo è un evento che non può essere ignorato.

Lo stesso presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, afferma: «La chiusura della fabbrica dei marron glace, la Ortofrutticola del Mugello, a Marradi, è inaccettabile. Mi sto attivando per sapere se tale decisione può essere revocata. Non avere a Marradi, in Alto Mugello, una produzione così legata a quel territorio e fonte di sostentamento per un centinaio di lavoratori, è cosa che non si può accettare. Studieremo con l’apporto dell’imprenditoria fiorentina se ci sono soluzioni alternative alla chiusura e alla cessazione di questa produzione, soluzioni che avranno il supporto della Regione».

La montagna

La montagna produce ossigeno, produce legname, e in questo caso produce frutti ad alta resa. Non solo, la tutela dei versanti e del bosco contribuisce a garantire acqua a valle, protegge dalle alluvioni e dalle frane. L’unico modo per gestire la montagna è il ripopolamento che soprattutto oggi si traduce nella necessità di infrastrutture e in una socialità di qualità, ma innanzi tutto è necessario il lavoro. Sono considerazioni consolidate e condivise, per cui non è spiegabile lo spostamento di una attività fiorente in culla ad un territorio da tutelare.