Un anno in cui mettersi in gioco in nuove esperienze. Alessia e Alex, entrambi di 21 anni, stanno svolgendo un anno di Servizio civile alla Caritas diocesana che li vede coinvolti anche nei laboratori di educazione all’uso dei social portati avanti dall’Ufficio di Educazione alla Mondialità di Caritas e Farsi Prossimo. «Nel servizio – spiega Alex – mi occupo di organizzare eventi di sensibilizzazione su tematiche attuali come ad esempio l’accoglienza del prossimo, il caporalato con l’orto Terra Condivisa o ancora l’importanza del riutilizzo dei vestiti con sfilate solidali targate Dress Again. Oltre a eventi, con l’ufficio di Educazione alla Mondialità ci occupiamo di portare nelle scuole medie e superiori laboratori che possano essere di stimolo per i ragazzi, adattando le attività alla loro età, agli interessi e alle mode del momento, cercando di estrapolare opinioni e giudizi dei giovani. Gli argomenti trattati possono essere tra i più disparati, come ad esempio la conoscenza di sé e degli altri, gestire i conflitti, le potenzialità e i pericoli dei social, l’orientamento universitario».

Ed è proprio in questo ambito che sono stati coinvolti nella campagna. «Ciò che mi ha colpito di più svolgendo il laboratorio sui social – spiega Alex – è che spesso i ragazzi più piccoli, quindi di classi prime e seconde, si sono dimostrati più esperti riguardo le insidie e le potenzialità che vi possono essere in internet rispetto ai giovani poco più grandi delle classi quarte e quinte. Forse, grazie all’educazione che viene fatta riguardo la tematica sin dalle scuole Medie». «Molti ragazzi – aggiunge Alessia – dicono che sono addirittura infastiditi dall’uso eccessivo fatto dai genitori sui social».

“La cosa più bella? Ricevere riscontri molto positivi dai docenti”

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Dai laboratori nelle scuole al supporto ai poveri tramite le attività del Centro di Ascolto fino all’accoglienza di donne richiedenti asilo: sono questi gli ambiti nei quali vivere un anno di esperienze arricchenti. «Ho deciso di partecipare al bando – racconta Alessia – perché dopo le Superiori avevo bisogno di capire meglio che strada prendere e mettermi in gioco in una nuova esperienza. È stato un modo anche per approcciarmi per la prima volta al mondo del lavoro. Questo progetto l’ho trovato fin da subito adatto a me. La cosa più bella del servizio, credo siano i rapporti umani che si sono creati e tutte le cose nuove che ho potuto imparare». «Finora la soddisfazione più grande è stata ricevere un riscontro positivo da parte di un’insegnante con la quale abbiamo svolto un laboratorio sullo stare insieme e imparare gli ingredienti fondamentali per un ascolto attivo, attento ed empatico – aggiunge Alex -. Mi sono sentito gratificato nel sapere che i vari litigi dei ragazzi sono in parte diminuiti da quando abbiamo svolto gli incontri».

Samuele Marchi