“Si è fatta chiara per noi l’evidenza che non ci si salva da soli. In momenti difficili per tutti, quando si sperimenta il nostro limite di fronte a un male  non del tutto conosciuto, non ci si può abbandonare solo alla critica o alla voglia di protestare per destabilizzare ulteriormente la società. Ognuno è chiamato a dare il proprio generoso contributo, come si può, come hanno saputo darlo i medici, gli operatori sanitari, il personale volontario. Questo è amore per gli altri e per la società! Ma, o Signore, non stancarti di sentire le nostre preghiere. Liberaci dalla pandemia, ed anche dall’illusione di poterci salvare da soli”. Sono queste alcune delle parole pronunciate da monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, nel corso dell’omelia in occasione della celebrazione del 31 dicembre in Cattedrale per il Te Deum.

“Questa sera possiamo riconoscere che ci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare disperazione, chiusura e solitudine – prosegue il vescovo – Ci siamo ingozzati del nostro io assolutizzato e abbiamo perso il gusto della fraternità e della realtà. Ridonaci, o Signore, la tua luce, la gioia di essere tuoi, anche tra le spine e le croci della vita. Non ci manchi la percezione della tua tenerezza, la vicinanza del tuo amore potente, tra le prove che ci sfiniscono e fanno vacillare la mente. Perché ti sei unito definitivamente a noi, non possiamo dimenticare la nostra altissima dignità, da vivere sempre, anche quando siamo inchiodati a una croce, come la tua. Grazie per averci fatti figli del Padre, in Te, Figlio di Dio. Quanta consolazione, quanta speranza sorge nel nostro piccolo cuore, alla constatazione che possiamo amare con il tuo stesso amore,  sempre, in ogni momento della nostra esistenza, nella felicità e nel dolore, senza perderci”.

“Grazie per il cammino sinodale appena iniziato – ha detto monsignor Toso – e che si mostra promettente come ogni primavera che preannuncia frutti copiosi e saporiti. Grazie per averci donato laici importanti, modelli vi vita cristiana, come il sindaco Antonio Zucchini, del quale abbiamo celebrato i cinquant’anni dalla morte. Fai risorgere in noi la vocazione alla fraternità. Aiutaci a compiere l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite aiutaci a essere come il buon samaritano, artigiani di pace. Maria, Madre di Dio, interceda per noi.