Nella nuova chiesa parrocchiale di San Pietro e san Girolamo a Rastignano di Bologna (costruita nel 2007-09), Goffredo Gaeta ha completato le opere che gli erano state richieste dai parroci don Severino agli inizi, e don Giulio oggi. Tutte le vetrate, l’altare e il leggio in marmo, la porta in bronzo dedicata a san Pietro, riecheggiano tematiche bibliche.

Ripensando al primo Papa e ai suoi successori, per la parete che il visitatore trova alla sua destra entrando, don Giulio ha suggerito di lavorare su un tema unico al mondo: il terzo segreto di Fatima e i martiri del XX secolo. «Rileggendo la storia del secolo scorso, emerge chiaro come la vita del papato e della Chiesa siano stati caratterizzati dalla presenza di milioni di morti vicino a Cristo – spiega don Giulio – . Anche Giovanni Paolo II, nel Giubileo del 2000, ha manifestato la sua grande attenzione ai martiri. Lui che, con l’attentato in piazza San Pietro, è risultato protagonista di quel terzo mistero».

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Goffredo Gaeta al lavoro nel suo studio, nella fase preparatoria dell’opera

L’opera realizzata da Goffredo Gaeta descrive come, dal rosso del sangue dei martiri, attraverso l’oro della santificazione, ci si incammini verso l’azzurro delle anime in cielo. Un’opera che dalla disperazione della morte violenta, attraverso il sangue dei martiri, che ha visto protagonisti anche papi, vescovi, sacerdoti e fedeli, apre alla speranza di vivere l’eternità accanto a Cristo.

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Il sangue dei martiri che con esso irrigano le anime

«Sotto i due bracci della Croce – ha testimoniato suor Lucia – c’erano due angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». E richiamando Fatima, al di là del martirio, ci mette in evidenza anche la presenza materna di Maria. La Madre di Gesù frena l’impeto dell’angelo inviato col fuoco a sterminare gli operatori del male.

E da peccatori quali siamo, ci vuole redenti e convertiti.

Per Goffredo Gaeta e il suo staff, ancora una volta un impegno di grande impatto. Risultato sottolineato, all’inaugurazione dell’opera, domenica 14 novembre, dal vescovo di Ceske, in Repubblica Ceca, monsignor Vlastimil Krocil, che può vantare una grande esperienza sui martiri del XX secolo. Eredità di un lungo periodo sotto il regime comunista.

Giulio Donati