È lunedì 15 novembre, ho appena fatto la doccia dopo un allenamento sul fango con i miei esordienti e dopo cena si gioca la partita tra Irlanda del Nord e Italia, fondamentale per la qualifica della nostra nazionale ai mondiali del 2022. Tutto pronto per una serata fantozziana: Tv, divano, copertina e rutto libero. E invece no, perché stasera mi sono fatto trascinare da Silvia, borghigiana trapiantata da noi, in una trasferta imprevista fino a Borgo San Lorenzo, dove il Pd locale ha organizzato una serata sulla linea “Faentina”.

Vabbè, non potevo mancare, specie dopo avere in qualche modo avviato – con uno stupido post sui disagi sofferti dai pendolari (45 like e 7 condivisioni, molto meno di un qualsiasi post su gattini e/o complotti) – una specie di reazione a catena che ha portato in sequenza a: una nota di protesta dei sindaci di Marradi e Borgo, una risposta dell’assessore regionale Baccelli che curiosamente definisce la Faentina una delle migliori linee diesel in Toscana, un’interrogazione delle opposizioni all’Unione dei Comuni (nota di merito per la citazione di Zagar, una vera scicche- ria), un’interrogazione del senatore Mallegni al Ministro dei Trasporti, articoli sulle testate locali e interventi vari di privati e politici.

Così, dopo un’ora di nebbia e chiacchiere della Silvia, mi trovo seduto insieme a una trentina di persone al primo piano del circolo Arci mentre a piano terra un’altra trentina di persone è schierata davanti alla telecronaca Rai.

Durante la parte “istituzionale” della serata i sindaci Omoboni, Triberti e Ignesti ribadiscono le problematiche della linea, il consigliere regionale Pescini illustra i prossimi passi (i 47 milioni di investimenti previsti da Rfi e la sostituzione del parco treni in programma entro la fine del 2022) e l’assessore Baccelli rassicura tutti sul futuro della linea (la comprensione dei disagi, l’esecuzione delle migliorie, la concreta possibilità dei treni a idrogeno, l’attenzione da parte della regione, l’importanza della intermodalità, o interconnessione tra trasporto su gomma e su ferro) e, tra una cosa e l’altra, annuncia quella che, per noi, potrebbe essere una piccola bomba: l’esecuzione, da novembre a gennaio, di ulteriori lavori sul tratto tra Brisighella e Faenza (l’unico in cui il nostro trenino si trasforma in una F1 e recupera gran parte dei ritardi).

Dal piano di sotto, ahimé, non arrivano boati e la serata si fa più piccante quando arrivano gli interventi del pubblico. Scopriamo, così, che i pendolari borghigiani sono molto più agguerriti di noi: tra battute col sindaco Omoboni, canzoncine sull’ex assessore Ceccobao e la «solidarietà per quelle linee peggio della nostra», arrivano pure stilettate e critiche a Baccelli che, in chiusura, abiura (parole sue) la risposta cui si accennava sopra e stigmatizza le difficoltà di rapporti e comunicazione con Rfi, la società del gruppo FS che si occupa della gestione della infrastruttura ferroviaria.

La nebbia, per fortuna, si è diradata e ce ne torniamo a casa consapevoli di avere assistito a una chiacchierata parecchio politica, ma anche con la percezione che le istituzioni hanno ben chiara la situazione di disagio in cui versa la nostra linea ferroviaria (che poi si riesca davvero a sistemare qualcosa è tutto un altro paio di maniche). In fondo, la nostra trasferta borghigiana non è stata del tutto inutile e, almeno, mi ha evitato di soffrire per tutta la sera davanti all’ennesimo psicodramma calcistico nazionale. Mondiali e treni: in ogni caso si spera nel 2022.

Andrea Badiali