Nei giorni scorsi, Angelo Pergolini, lughese di nascita e di vita degli anni giovanili, poi milanese per professione, ci ha lasciati. Era giornalista, ha collaborato con “Il Manifesto”, “Ansa”, “Espansione”, “Focus” e “Panorama”, di cui è stato per molti anni inviato speciale di Economia e Finanza. Nel 1997 aveva scritto, assieme al collega Maurizio Tortorella, il libro “L’ultimo dei Gucci. Splendori e miserie di una grande famiglia fiorentina” che ebbe notevole successo.
A Lugo ha lasciato un vivido ricordo in tanti che, come lui, frequentarono Gioventù Studentesca alla fine degli anni ’60, periodo di grande fermento culturale, sociale e religioso.
Giulio Galletti, già dirigente scolastico, ricorda che Angelo fu redattore di “Alla rovescia!”, giornale nato nell’estate del 1967, per tenere in contatto i ragazzi a casa, in vacanza o al campo di lavoro in Abruzzo. Negli anni successivi divenne un periodico quindicinale, rivolto a tutti gli studenti, che suscitò molto interesse e partecipazione. “Angelo entrò nella redazione che aveva 15 anni: da quella esperienza mi piace pensare che abbia tratto la spinta, l’interesse, l’indirizzo per la sua futura attività professionale”.
Carla Conti, compagna di liceo a Lugo che ora vive in Brianza, ricorda gli interi pomeriggi passati a giocare a carte, a discutere di tutto, a litigare e qualche volta pure a studiare. “Mi sei stato vicino nei momenti difficili. Ti ho rivisto dopo tanti anni e, da come mi tenevi la mano mentre parlavo con te, ho avuto la conferma che la vera amicizia ti rimane nel cuore per sempre”.
Paolo Galletti, storico esponente dei Verdi e Deputato per due legislature, ricorda che Angelo Pergolini fu tra i fondatori a Lugo del gruppo del Manifesto. Allora fu un momento magico irripetibile: l’energia dell’adolescenza e della prima giovinezza, orientata a cercare di capire il mondo ed a svolgere un compito positivo, libero dagli inevitabili condizionamenti dell’età adulta.
Cassiano Tabanelli, uno dei più adulti di G.S. a Lugo in quegli anni, quando don Beppe Tagariello ne era alla guida, ricorda Angelo per la sua vitalità e la sua intelligenza, che nel tempo ha consolidato con la sua attività di giornalista a Milano.
Elena Clo’, bolognese di adozione, racconta di quando ci si riuniva per preparare “Alla rovescia’: la sua acutezza, la sua intelligenza, la sua ironia. “Quanto prendevamo sul serio quel giornalino e quanto ci impegnavamo alla sua riuscita! Eravamo giovanissimi ma sotto certi aspetti già adulti. E poi l’esperienza dei campi di lavoro in Abruzzo, che mi legò ancora di più a lui”.
Franco Morini, insegnante e commercialista, conobbe Angelo frequentando la biblioteca di G.S. “Avevo 15 anni. Periodicamente ci trovavamo per leggere le riviste che arrivavano e commentavamo quanto scritto. Angelo mi colpì per la passione che manifestava nell’analisi dei fatti illustrati”.
Claudio De Cesare, per alcuni anni al lavoro sociale in America Latina, sottolinea una passione particolare di Angelo. “Ricordo la felicità e la gratitudine che mi manifestò per i coleotteri argentini e brasiliani che gli avevo inviato dal Brasile, impacchettati e imbalsamati perché non si decomponessero nella spedizione”.
Katia Sgalaberna, medico, oggi impegnata nelle tante attività in Collegiata, sottolinea l’amore di Angelo per la musica di quegli anni, per i complessi che hanno fatto la storia come i Pink Floyd, i Jethro Tull, attento e aperto ai nuovi fenomeni emergenti in un periodo di grandi novità, anche in campo musicale.
Raffale Clò, già Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo, cita quando “Andai alla presentazione del suo libro sui Gucci e, con mia sorpresa ma con tanta gratitudine, mi venne incontro per un saluto molto caloroso, come ci fossimo visti da sempre nonostante i tanti anni di lontananza, tra Lugo e Milano. Nella presentazione del libro dimostrò come si potesse affrontare un tema molto scabroso con grande proprietà di linguaggio, freschezza di pensiero e tanto senso dall’ironia”.
Anche io l’ho frequentato in G.S.: ne ricordo la mente lucida, la capacità di riflessione e approfondimento che, a 16 – 17 anni, ne facevano un predestinato in campo culturale, come la sua vita di giornalista ha poi dimostrato.
R.I.P. Angelo!
Tiziano Conti