Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un genitore di Marradi relativa ai disagi che dall’inizio dell’anno scolastico 2021-22 hanno colpito i pendolari della linea Marradi-Faenza, con continui ritardi e disservizi.

La scuola è iniziata da un mese e mezzo e mi pare un buon periodo di tempo per fare un primo bilancio. No, non parlo dell’andamento scolastico dei miei figli (oh, se volete possiamo fare pure quello), ma del servizio offerto da Trenitalia sulla tratta Faenza – Firenze per il quale a casa mia si pagano oltre ottocento euro di abbonamenti all’anno (2 figli x € 435, il conto è presto fatto). Lo riconosco: non sono una cifra assurda anche se, pagati in un’unica soluzione (eh, le scuole iniziano tutte a metà settembre), per una famiglia media possono diventare una spesa impegnativa, alla quale dovrebbe corrispondere un servizio almeno decente.

I ritardi della linea Marradi-Faenza stanno diventando “cronici”

Invece, agli abituali ritardi di 5-10 minuti ai quali nemmeno facciamo più caso, si sono aggiunti una moltitudine di ritardi oltre i 20 minuti (lavori sulla linea, guasti, presunte fughe di gas, assalti degli indiani, ecc.), bambini lasciati giù dal treno perché troppo pieno (ma – specie i primi giorni di scuola – non sarebbe il caso di coordinarsi con le scuole per capire gli orari di uscita e il potenziale afflusso?), treni prima ritardati e poi soppressi a causa di scioperi di cui nessuno era a conoscenza con genitori costretti a venire a Faenza per riportare i ragazzi a casa a un orario accettabile, problemi per i troppi utenti nelle domeniche di ottobre (ma dai, la sagra delle castagne e le varie feste di Brisighella sono da tempo un punto fermo dell’autunno).

Un periodo concluso dalla perla finale della del 28 ottobre, quando il “poco importante” treno 18881 delle 6.35 è stato soppresso d’amblé, mettendo in difficoltà tutti gli studenti e anche quella parte di pendolari che ancora usa il treno per andare al lavoro (perché ho l’impressione che in tanti, loro malgrado, abbiano scelto di usare la macchina per evitare tutti questi intoppi). I disagi condensati in appena 90 giorni sono davvero troppi per pensare che sia solo una serie di sfortunati eventi e a tutto questo si potrebbe aggiungere qualche considerazione sugli sbandierati “adeguamenti” del trasporto locale alle esigenze portate dal Covid ma mi fermo qui.

Ecco, quando leggo che si sta studiando di mettere treni a idrogeno sulla nostra linea mi sorprendo a sognare il capitano Kirk che attraversa la verde vallata del Lamone al comando di un treno spaziale ma, forse, sarebbe il caso di aprire prima una seria riflessione sulla gestione di questa tratta e di tutte le tratte locali perché, in fondo, è anche (soprattutto?) su queste cose che si gioca la partita della sopravvivenza di piccoli centri come Marradi.

E siamo alle porte dell’inverno: incrociamo le dita, ragazzi.

Andrea Badiali