La nuova sede Cisl Romagna di Faenza di via della Costituzione 62, è stata ufficialmente inaugurata venerdì 8 ottobre con la presenza del segretario generale nazionale Cisl Luigi Sbarra. L’inaugurazione, rimandata dallo scorso anno a causa della pandemia, è stata presenziata dal vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana monsignor Mario Toso e dal sindaco di Faenza Massimo Isola alla quale hanno preso parte anche autorità locali e nazionali ciò a significare l’importanza dell’azione della Cisl Romagna sul territorio.

“Siamo un sindacato per le persone, fortemente radicato sul territorio – afferma il segretario generale della Cisl Romagna Francesco Marinelli – sempre a disposizione dei cittadini, come avvenuto anche nei momenti più difficili di questa pandemia. Siamo riusciti infatti a restare sempre aperti, a disposizione di tutti coloro che ne avevano più bisogno fornendo servizi, consulenza e ascolto, in completa sicurezza anche grazie alla nuova sede, che ci permette di avere più spazi a disposizione oltre che di un comodo parcheggio. I nostri nuovi uffici sono già attivi da mesi, ma abbiamo deciso di rimandare l’inaugurazione affinché tutto potesse svolgersi in sicurezza. A Faenza la Cisl è sempre stata un punto di riferimento per tanti lavoratori, pensionati, giovani precari e disoccupati e vogliamo continuare ad esserlo sempre di più, nell’ottica di riaffermare quel concetto di sindacato di prossimità, sempre più vicino alle persone e ai loro bisogni”.

Dedicata una sala al compianto Luigi Miserocchi


“Siamo ancora dentro una crisi drammatica dal punto di vista economico sociale economico e occupazionale – afferma il segretario generale nazionale Cisl Luigi Sbarra– anche se iniziamo a vedere piccoli segnali di ripresa. Ma dobbiamo essere prudenti e proseguire con determinazione nella campagna di vaccinazione, per tornare il prima possibile alla normalità anche se a oggi purtroppo i problemi di approvvigionamento delle materie prime sta fortemente condizionando la ripresa”. “Ringraziamo – continua Sbarra- tutte le autorità civili e religiose intervenute all’inaugurazione della nuova sede di Faenza, dove come Cisl vogliamo praticare quotidianamente solidarietà, assistenza, tutela e consulenza. Questa sede sarà soprattutto un luogo di partecipazione delle persone, perché sappiamo quanto ci sia bisogno oggi di luoghi di partecipazione e di ascolto, dove poter trovare un sostegno.“ Un atto doveroso- sottolinea con affetto il segretario Cisl nazionale- è stato dedicare la sala della nuova sede a un collega come Luigi Miserocchi, sindacalista della Fai Cisl Romagna, prematuramente scomparso, che è stato modello di sindacalismo vero, umile competente e responsabile, sempre al servizio degli altri”.

Il ricordo dei colleghi morti portando avanti il proprio lavoro

“Siamo convinti che questa sede diventerà riferimento per tante famiglie, giovani e anziani. Come Cisl continueremo il nostro lavoro, praticando giornalmente azioni di solidarietà, responsabilità e giustizia sociale, sempre in autonomia, attraverso la contrattazione nazionale e aziendale oltre che sociale. Nella fase più acuta della pandemia- conclude Sbarra- abbiamo continuato a rappresentare la nostra azione nei luoghi di lavoro, senza mai fermarci. Purtroppo tanti nostri colleghi hanno contratto il virus ed alcuni hanno anche perso la vita per continuare nel loro servizio. Lo dobbiamo ricordare ai tanti detrattori del sindacato, quale sia il nostro ruolo e la nostra responsabilità, anche nei momenti più difficili.

Video

Il vescovo Mario: “Porre al centro il lavoratore, con i suoi diritti e doveri”

Benedizione Cisl

Il vescovo Mario, nel suo intervento, ha chiesto la benedizione del Signore “su chi vi lavorerà e si impegnerà per un mondo di lavoratori che non sacralizzeranno i mezzi scientifici, tecnologici (pur necessari e importanti), ma porranno al centro il lavoratore coi suoi diritti e doveri;  su chi lotterà contro le stragi silenziose sul lavoro e opererà perché le aziende non restino senza investimenti per la sicurezza; su chi si dedicherà a far prevalere il primato del diritto al lavoro sul diritto all’assistenza, perché il lavoro è antidoto alla povertà e titolo di partecipazione; su chi favorirà la formazione umanistica assieme alla formazione professionale; su chi presterà con passione d’amore ai propri fratelli e sorelle, lavoratori e lavoratrici, specie donne e giovani, immigrati, pensionati, tutti quei servizi e quella rappresentanza che sono loro necessari”.