Un percorso che unirà tutta la Chiesa italiana verso scelte profetiche e coraggiose, mettendo al centro ogni singolo componente del popolo di Dio chiamato a essere protagonista. Il cammino sinodale della Chiesa italiana si aprirà nelle diocesi domenica 17 ottobre, sotto la presidenza del rispettivo vescovo e si articolerà in tre fasi: una prima consultazione dal basso (2021-22) che coinvolgerà diocesi, parrocchie, movimenti, famiglie; una fase sapienziale (2023-24) che leggerà quanto emerso nel biennio precedente e una fase profetica nel corso dell’assemblea nazionale (2025) che avrà come orizzonte il Giubileo e porterà a prendere scelte coraggiose per annunciare il Vangelo in un tempo di rigenerazione. Le varie tappe di questo cammino sono state presentate il 22 settembre scorso a Faenza da monsignor Erio Castellucci, vicepresidente Cei.

La I Fase del cammino: i Gruppi sinodali, Castellucci: “Porte aperte per tutti”

Saranno i gruppi sinodali al centro della prima fase del cammino. Saranno istituiti in ogni diocesi e diventeranno le sentinelle sul territorio per dare voce a ciò che il popolo di Dio e l’intera società ha nel cuore. E dovranno andare oltre il sagrato o il campanile perché sono tenuti a coinvolgere il più possibile anche persone che non sono e non si sentono “parte attiva” della comunità cristiana. «Quest’anno e mezzo ha depositato nei nostri cuori emozioni, risorse e sofferenze con un’intensità prima sconosciuta – ha detto monsignor Castellucci –. Compito di questi gruppi sarà essere antenne di tutto il popolo di Dio. Non ci saranno porte chiuse per nessuno, ma gruppi aperti a tutti». I gruppi sinodali avranno un numero variabile dalle tre alle quindici persone e si incontreranno da novembre ad aprile, coordinati da un moderatore e da un segretario. Questi gruppi non sono chiamati a elaborare teorie astratte o a mettere ai voti delle proposte, ma dovranno soprattutto raccogliere storie e narrazioni concrete dal territorio. «Il racconto autentico – spiega Castellucci – è la forma più immediata con la quale emerge ciò che si ha nel cuore.

Nel farlo, usciamo dalla logica del dibattito e del conflitto per entrare in una vera dimensione di discernimento, che fa sue anche il silenzio e la preghiera. Fare un sinodo – precisa Castellucci – non significa fare un parlamento e avviare delle votazioni. Dobbiamo ricercare invece il sensus fidei e farci guidare dallo Spirito Santo». Mettendosi in ascolto delle persone, ogni diocesi offrirà una decina di pagine che verranno approfondite nella tappa successiva del cammino sinodale. Nel maggio 2022, durante l’assemblea Cei, sulla base di quanto emerso si opererà una scelta di tre o quattro priorità pastorali comuni, che saranno oggetto di un nuovo momento di ascolto sinodale nelle diocesi che si svilupperà tra il 2022-23, sempre sulla base di discernimento e narrazioni.

Lettura sapienziale e profetica

Partirà poi la fase della lettura sapienziale, tra 2023-24. «Dopo questa fase di raccolta – prosegue Castellucci – si avvierà almeno un anno di lettura approfondita di quello che è emerso nel biennio, una lettura che cerchi di intercettare il sensus fidei per capire qual è il con-senso di fede nel popolo di Dio. In questo bisogna andare oltre gli studi sociologici, pur importanti, per arrivare diretti al cuore delle persone. Ci sono tanti aspetti della nostra vita che non finiscono in statistiche o che appaiono irrilevanti, ma che testimoniano invece l’incontro con Dio». Al centro di questa fase, pastori e operatori dovranno mettere al centro preghiera ed eucaristia.

Nel 2025, anno del Giubileo, si darà il via a una fase profetica, con la convocazione nazionale che porterà a orientamenti, anche pratici, condivisi. «Sarà il momento in cui si dovranno prendere decisioni coraggiose, che verranno messe in pratica nel quinquennio successivo».