Dal mondo della formazione al mondo del lavoro, ma che tipo di lavoro? Tante risposte sono arrivate dalla fiera dell’economia solidale e del consumo consapevole Semi di futuro che si è svolta a Faenza lo scorso week end. Moda etica, agricoltura sociale, case editrici: realtà diverse unite dagli stessi valori per costruire un mondo diverso.

Anche la scelta di un abito rispetto un altro può fare la differenza, come racconta Ambra Boschi, titolare di Modalità, negozio di abbigliamento femminile eco sostenibile che ha aperto l’anno scorso alla Galleria Gessi di Faenza. Acquisti non usa e getta, ma consapevoli e duraturi.

Spesso la parola green viene associata ad altri settori, come quello industriale o al cibo, ma anche un vestito può essere green a tutti gli effetti.

«È stata una scommessa aprire nell’anno della pandemia – dice Ambra – ma abbiamo incontrato finora tanto entusiasmo nei faentini: seppur forse ancora un po’ di nicchia c’è voglia di un consumo consapevole ed etico di qualità».

Il negozio di Ambra Boschi ha aperto in piena pandemia

Il punto vendita offre un vasto repertorio: dal casual all’elegante, e propone diversi tipi di accessori, dalle scarpe a i foulard, per una proposta a 360 gradi. «Si può essere sostenibili – spiega la titolare – anche nella scelta di un abito da cerimonia, evitando capi in poliestere o in materie scadenti. Per noi questo significa portare avanti un’economia equa e rispettosa dei diritti dei lavoratori e attenta all’ambiente».

Da qui la scelta di fornitori che abbiano solo marchi certificati e aziende che si impegnano a produrre abiti e vestiti riducendo il più possibile il consumo di acqua e l’impatto ambientale.

L’idea di proporre un negozio di moda green è venuta ad Ambra nei mesi precedenti la pandemia. «Lavoro da anni nel mondo della cooperativa sociale – spiega – e, nonostante la pandemia, ho deciso di portare avanti questo nuovo progetto. A un certo punto della propria vita fa bene rimettersi in gioco e ti devi prendere dei margini di rischio, ma il riscontro finora è stato positivo». Nonostante le difficoltà dei vari lockdown, come le bollette da pagare anche quando il negozio è chiuso, l’idea diventa sempre più solida.

Al centro del progetto c’è soprattutto lo spazio fisico del negozio, luogo nel quale creare una vera relazione con quelli che non sono semplici clienti, ma persone che vogliono portare avanti un certo stile di vita.

«Lo shopping online offre oggi tante possibilità anche nel settore eco sostenibile – spiega la titolare – ma in tanti condividono l’importanza del negozio fisico.

Nel settore dell’abbigliamento è fondamentale toccare con mano la merce e sentire concretamente la qualità del tessuto, come il cotone biologico, così come potersi sentire a proprio agio nel negozio costruendo una relazione con quell’ambiente».

Samuele Marchi