Tutti in classe il 13 settembre, studenti, docenti e anche supplenti. Era l’obiettivo, ambizioso (perché normalmente la nomina dei supplenti, in particolare, slittava nel mese di settembre) che si erano dati il ministero dell’Istruzione e gli Uffici scolastici regionale e provinciale per quest’anno scolastico così delicato, sul quale grava anche l’obbligo di Green pass per il personale scolastico. Obiettivo in gran parte raggiunto, con una dolorosa eccezione, quello degli insegnanti di sostegno la cui carenza è ormai cronica. «Abbiamo fatto a luglio oltre 400 nuove nomine in ruolo e mille supplenze – spiega con orgoglio il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Paolo Davoli –. È il primo anno che avviene con così largo anticipo rispetto all’inizio delle lezioni.

Ed è frutto della determinazione del ministero e del lavoro incredibile che abbiamo fatto anticipando di quasi un mese tutte le operazioni che riguardano l’organico della scuola. Nel nostro ufficio ci sono persone che non sono andate in ferie per garantire la partenza dell’anno scolastico in questo modo. E non sono pochi».

In totale, i supplenti nominati sono circa 1.200, stima Davoli. Anche sul nostro territorio si ripercuote l’incremento di assunzioni deciso a livello nazionale soprattutto per quel che riguarda l’area “Stem” (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) per le quali le graduatorie, anche qui, sono piuttosto sguarnite (mancano, in particolare, gli informatici mentre sono molto lunghe le liste d’attesa per chi insegna lingue). Per le scuole, poi, sono in arrivo altri rinforzi, gli organici “per il recupero degli apprendimenti”, quelli che fino all’anno scorso erano gli organici Covid-19. «E non è una differenza solo lessicale – chiosa il provveditore –. Ci auguriamo che l’emergenza in senso stretto possa terminare mentre l’esigenza di recuperare gli apprendimenti continua.

Questi docenti saranno assegnati alle scuole in base al numero degli alunni, delle classi con più di 23 studenti e anche in base all’indice di fragilità determinato sui risultati Invalsi della scuola».

Per quel che riguarda l’obbligo di Green pass, al momento il provveditore non segnala grosse criticità. I dati regionali parlano di una percentuale di vaccinati tra il personale scolastico di oltre il 90 per cento.

«Come sempre fa più rumore un albero che cade rispetto alla foresta che cresce – dice Davoli –. Tra i docenti vedo un atteggiamento generale di comprensione. Poi ci sono singole persone che sono in difficoltà con la vaccinazione e credo che serva rispetto. Per il resto si tratta solo di applicare la normativa». Che è anche abbastanza chiara, in questo caso.

L’unico problema riguarda la mancanza di insegnanti di sostegno

Anche la percentuale di studenti sopra i 12 anni che si sono vaccinati è significativa: i dati Ausl parlano di più del 50 per cento, «E sono in programma iniziative con le scuole per favorire l’immunizzazione di questa fascia», anticipa il provveditore. Insomma, siamo un po’ più vicini all’obiettivo del “tutti vaccinati e quindi in classe senza mascherina” che ha lanciato il ministro Bianchi piuttosto che delle classi sguarnite per mancanza di professori immunizzati.

Il problema, come da vari anni a questa parte, c’è per gli insegnanti di sostegno. «Non ci sono – spiega Davoli –. Le graduatorie per le scuole primarie sono esaurite. Questo significa che servirà un tempo più lungo perché bisogno attingere alle graduatorie degli insegnanti comuni. Ma occorre dire che il corpo docente su questi ragazzi si spende molto: l’anno scorso abbiamo garantito la scuola in presenza anche in tempo di Dad a chi ne ha fatto richiesta. Abbiamo anche avviato una formazione specifica per gli insegnanti che da posto comune ricoprono un ruolo di insegnante di sostegno». Purtroppo però non è come avere una formazione specifica.

Ultima nota positiva: sono diverse le scuole a Ravenna che hanno sfruttato le possibilità offerte dal piano estate. Il Provveditorato non riesce a quantificarle (perché le richieste di finanziamento partivano direttamente dalle scuole verso il ministero) ma «mi pare ci sia stato in riscontro largo – dice Davoli –. E così la scuola è tornata a essere un luogo aperto agli studenti anche d’estate, non solo per questioni amministrative. L’apertura alla città, poi, per Ravenna è una bella tradizione», che è stata confermata anche in questo caso.

Daniela Verlicchi