“Ma se facciamo studiare i figli dei contadini, poi chi coltiverà le nostre terre?”. Non sono le parole di un signorotto medievale: a esprimersi così è Alessandro Manzoni, ai tempi considerato un liberale. Ce l’aveva con Cristina Belgioioso, la principessa che nel 1840 aprì la prima scuola per i bambini dei suoi possedimenti a Locate Triulzi (Milano), scuotendo le certezze dei nobili lombardi, illuminati ma non troppo. Mercoledì 15 settembre la Belgioioso è stata onorata da Milano con l’inaugurazione della prima statua dedicata a una donna, davanti al palazzo che porta il suo nome (e accanto a casa Manzoni). Incredibilmente, su 121 statue nelle sue vie e parchi, Milano finora non aveva un monumento dedicato a un personaggio femminile. La stessa Belgioioso non ha una via in centro, ma in estrema periferia e in condominio col comune di Baranzate di Bollate, accanto al carcere.

Nel 1840 Cristina Belgioioso aprì la prima scuola per bambini

Nata nel 1808 in una delle famiglie più antiche e facoltose dell’aristocrazia lombarda, i Trivulzio, orfana del padre, a sedici anni Cristina sposò contro il volere della famiglia il nobile più ammirato di Milano: Emilio Barbiano di Belgioioso Este. E qui si innesta una storia che nasce in Romagna, esattamente a Barbiano di Cotignola, il paese dove io abito. I da Barbiano (dal XV secolo Barbiano di Belgioioso o anche solo Belgiojoso) sono una famiglia nobile dell’Italia settentrionale, attestata dal Medioevo.

Ebbe rinomanza in particolare fra il Trecento e il Cinquecento grazie all’attività di condottieri, militari, politici e diplomatici. Il più ricordato della famiglia è Alberico da Barbiano, condottiero e capitano di ventura, che fondò la Compagnia di San Giorgio, prima brigata interamente composta da soldati italiani. In un’epoca in cui nella penisola dominavano eserciti composti da militari stranieri è ritenuto dai cronisti del tempo e dagli storici dei secoli successivi il primo promotore della milizia italiana.

Nel 1431 la famiglia, retta da Alberico II, nipote di Alberico, fu cacciata da Lugo da parte delle milizie milanesi e costretta a lasciare la Romagna per trasferirsi in Lombardia, stabilendosi nel feudo di loro possesso, aggiungendo dal 1514 la dicitura “di Belgioioso” al proprio cognome.

Cristina Belgioioso, e qui torniamo al diciannovesimo secolo, trasformò il suo castello di Locate in una tenuta modello, con mense e medici per i contadini. Partecipò alle Cinque Giornate di Milano, e poi alla Repubblica Romana del 1849 dove, ben prima della Nightinghale, organizzò un ospedale per i feriti, arruolando come infermiere nobildonne e prostitute. Tornò infine nell’Italia unita durante l’ultimo decennio della sua vita, dopo aver vissuto anche a Parigi: scomparve nel 1871. Sicuramente una donna, originaria della Romagna, che ha saputo precorrere i tempi, almeno cinquanta anni prima rispetto al movimento delle suffragette.

Tiziano Conti