Ideare software di ultima generazione per aiutare i medici e biologi nella lotta contro i tumori. È di questo che si occupa il faentino Filippo Piccinini, 36 anni, dirigente dell’Area Ricerca all’interno dell’Irst di Meldola. Ingegnere biomedico, da anni sviluppa strumenti informatici e algoritmi di analisi che mette a servizio di medici e biologi, che hanno così a disposizione in tempi rapidi informazioni e big data utili a individuare e contrastare la malattia.

«L’intelligenza artificiale abbinata alla microscopia ha portato negli ultimi anni importanti risultati innovativi – spiega Piccinini -. Grazie ai software che realizziamo, i colleghi possono essere più oggettivi nelle diagnosi ed efficaci nell’individuare e neutralizzare le cellule tumorali».

Il ricercatore dell’Irst di Meldola candidato a un premio mondiale

Le sue ricerche non sono passate inosservate: il faentino è tra i quattro candidati per ricevere il premio mondiale Future Science promosso dalla rivista internazionale BioTechniques, riconoscimento che valorizza ricercatori nel campo delle biotecnologie. Il comitato tecnico ha selezionato quattro giovani da tutto il mondo – con Filippo ci sono altre tre ragazze provenienti dagli Usa, dal Pakistan e dalla Polonia – e il vincitore sarà decretato tramite voto popolare che sarà possibile assegnare online fino al 12 settembre

(www.biotechniques.com/interview/future-science-future-star-finalist-filippo-piccinini).

Informatica e medicina: binomio vincente

Il comitato ha valutato in particolare una delle sue ultime ricerche, un software open source per la classificazione delle cellule tumorali anche in modelli tridimensionali creati in laboratorio. «Concretamente – spiega – le cellule tumorali del paziente vengono espanse in laboratorio e assemblate in modelli 3d, delle sorte di biglie fino a un millimetro di diametro, utili per testare farmaci e trattamenti radioterapici. Questo applicativo permette di risparmiare tempo, denaro e di limitare l’utilizzo di modelli animali. Creare modelli 3d in laboratorio ha costi limitati rispetto a utilizzare cavie animali, e fornisce molte informazioni utili al medico per valutare la soluzione migliore contro il tumore». Dopo gli studi all’istituto Bucci, Filippo si laurea in Ingegneria Biomedica a Bologna.

È qui che si appassiona alla ricerca che lega medicina e intelligenza artificiale. «A farmene innamorare è stato il professor Alessandro Bevilacqua – spiega Piccinini – che aveva un approccio davvero innovativo. Già nel 2009 mi fece capire che quello che mancava per fare il salto di qualità nella ricerca scientifica era l’interazione tra informatica alle altre discipline. In altri settori industriali questo era già avvenuto da tempo, penso per esempio all’automotive, alla domotica e alla videosorveglianza, ma per quanto riguarda medicina e informatica c’erano ancora grossi limiti». Da una parte algoritmi e big data, dall’altra microscopi e farmaci. Dopo il dottorato, la sua vita lavorativa si divide tra l’Italia e la città di Szeged, in Ungheria, dove è ricercatore ospite. «Mentre portavo avanti le mie ricerche, anche all’estero, sono sempre voluto rimanere legato al mio territorio, anche perché sono tuttora molto impegnato nel sociale e in questo momento alleno le giovanili calcio del Borgo Tuliero». Nel 2017 l’assunzione all’Irst, dove parte una nuova storia che ha ancora tanto da raccontare.

Samuele Marchi