Modigliana di nuovo protagonista di un giallo storico; dopo la vicenda del presunto «Baratto di Modigliana»: tutto ebbe inizio a Modigliana nella notte del 16 aprile del 1773, vigilia del Venerdì Santo. Nel Palazzo Borghi, di fronte al Palazzo Pretorio che all’epoca era il carcere della città, due donne partorirono. Vincenza, una signora che lavorava per la famiglia Borghi, diede alla luce un bambino. L’altra, che si chiamava contessa di Joinville, era ospite della nobile famiglia insieme al marito. Si credeva che avesse dato alla luce una bambina.
Secondo la leggenda, i due bambini furono scambiati. Per quale motivo? Per scoprirlo bisogna specificare che i due conti francesi altro non erano se non i duchi d’Orleans (sotto falso nome per non farsi riconoscere). Essi appartenevano alla potentissima famiglia reale di Francia ed erano in linea di successione. Perciò, per assicurarsi la possibilità di ascesa al trono, era loro necessario un erede maschio.
La duchessa d’Orleans barattò la sua ragazza “dai capelli rossi e dalla pelle chiara” in cambio della regalità e di un ragazzo che avrebbe permesso di mantenere il trono. Vincenza, la madre naturale del ragazzo, e Lorenzo Chiappini, suo marito e capo delle guardie carcerarie accettarono di barattare i bambini e chiamarono la ragazza Maria Stella, per la quale giurarono di mantenere il segreto assoluto.
Il secondo giallo storico ha avuto origine da una lettera (giudicata autentica) datata 21 settembre 1821, esattamente 200 anni fa e scritta da Antonio Basciana, che fu aiutante di campo di Gioacchino Murat, re di Napoli e generale di Napoleone. Ed è stato il Basciana a lasciare al modiglianese Carlo Liverani, antenato di Alessandro, che oggi è entrato in possesso del documento originale, l’eredità del «tesoro» comprendente un terzo di tutti gli averi di Murat (8,000 monete, 2 libbre di perle, 10 scatole di posate in oro, 16 anelli di rubini, topazi e altri gioielli…). Dell’immenso patrimonio, che ammonterebbe a milioni di euro allo stato attuale, non si conosce la precisa ubicazione, ma solo il paese ove si troverebbe: Modigliana.
La notizia ha avuto spazio su varie testate, è stata condivisa sui social network, fino alla diretta televisiva: «Oggi è un altro giorno» di Rai 1, condotta da Serena Bortone, lunedì 27 settembre.
Abbiamo intervistato il sindaco Jader Dardi in merito: «Ritengo che questa bella notizia della consegna di una lettera che ha viaggiato per 200 anni, faccia l’effetto della macchina del tempo. Merita attenzione. Modigliana nell’800 ha avuto un ruolo importante. A parte la vicenda del «Baratto di Maria Stella», nel 1815 Modigliana aveva un ruolo importante nelle industrie delle filande della seta.
Gioacchino Murat, era in fuga dalle truppe austro-ungariche e separò e divise il tesoro… Una parte del tesoro fu nascosta qui. Ora ci si aspetta che Modigliana sia invasa da cercatori del tesoro. Ma nessuno deve mettere sottosopra il paese per il tesoro».
La famiglia Liverani, da oltre mille anni è a Modigliana. «Noi Liverani prendiamo il nome dal podere ‘Liverano’, posto a un miglio e mezzo da Modigliana. Esistiamo dal Duecento, tutti i Liverani del mondo, in un certo senso, sono parenti», racconta Alessandro Liverani, «E Carlo Liverani, erede speciale del tesoro, era un mio avo».
Il secolo più importante per Modigliana risale al periodo in cui il paese faceva parte del Granducato di Toscana: l’800, celebrato con le feste dello scorso fine settimana. Paese natale del pittore macchiaiaolo Silvestro Lega (1826 – 1895) e del sacerdote patriota don Giovanni Verità (1807-1885) che salvò nell’agosto del 1849, Giuseppe Garibaldi inseguito da soldati austriaci e pontifici.
«Il fatto che vi sia un tesoro nascosto a Modigliana ha il suo fascino -, prosegue il sindaco Jader Dardi, – ma mi auguro che più della ricerca dell’oro, si facciano ricerche storiche… che Modigliana diventi attrazione per numerosi turisti e visitatori! Un ringraziamento speciale va a Alessandro Liverani che ha portato a conoscenza di tutti un documento storico che sarà donato all’Accademia degli Incamminati, la quale avrà così cura di valorizzare, ancora di più, il patrimonio storico di Modigliana».
In Rai hanno trovato interessante la trasferta a Modigliana, mappe del tesoro non ne esistono. Ma c’è quella lettera in mano ai Liverani.
Questa storia sembra quasi la trama di un film storico, perché un terzo del bottino, nel 2014, è stato dissotterrato dal castello di Pizzo Calabro (Vibo Valentia), dove si trovava la cella di Gioacchino Murat. Era nascosto dentro una botola. Rimarrebbe quindi da individuare in che punto del territorio modiglianese possa essere stato sepolto il terzo di tesoro che Murat, sconfitto, avrebbe lasciato in terra di Romagna, nel suo ripiegare verso Sud.
Roberta Tomba