Fra’ Michel Arsène Bom sarà ordinato sacerdote sabato 4 settembre dal vescovo Mario, assieme a Emanuele Casadio.

Michel, 41 anni, è nato in Camerun e appartiene all’Opera Santa Maria della Luce, presente a Cotignola. Dopo la maturità in Camerun si è iscritto all’Università e, dopo la licenza in Filosofia, ha cominciato il percorso vocazionale in Congo, in Gabon, dove è stato ammesso al noviziato.

Dopo due anni di Teologia gli è stato chiesto di venire in Italia per finire gli studi alla Facoltà di Teologia dell’Emilia-Romagna con il baccalaureato. Oggi è membro incorporato dell’Opera Santa Maria della Luce di Orvieto.

Intervista a Michel Bom

Come ti sei preparato a questa chiamata?

Provo un sentimento di gioia e di grazia. Mi sono preparato a questa chiamata dandomi con tutto il mio cuore e il mio essere, cercando di capire e di seguire quello che mi diceva il Signore a partire dagli eventi di ogni giorno.

Qual è la cosa più bella di questo ’sì’?

Dare la mia vita per gli altri, cioè essere pronto a servirli, ad ascoltarli, a dare la gioia a chi l’ha persa.

Come è nata in te la vocazione?

A chi mi chiede: «Ma quando hai pensato di farti prete?», ho sempre risposto parafrasando un versetto della Scrittura: “Da quando ero nel grembo di mia madre”. Dopo la mia maturità in Camerun, mi sono iscritto all’Università e, dopo la licenza in Filosofia, ho cominciato il percorso vocazionale in Congo, in Gabon dove sono stato ammesso al noviziato per un anno. Poi sono stato ammesso alla professione religiosa e dopo due anni di Teologia i miei superiori mi hanno chiesto di venire in Italia per finire gli studi alla facoltà di Teologia dell’Emilia-Romagna con il baccalaureato. Oggi sono membro incorporato dell’Opera Santa Maria della Luce.

Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato?

Le difficoltà ci sono e ci saranno sempre finché viviamo con gli altri. Ci sono stati i momenti di scoraggiamento quando sono stato giudicato senza motivo e ragione, ma che con l’aiuto di Dio e la preghiera ho sempre superato. Per il momento non ho mai pensato di prendere un’altra strada.

In quali servizi ti sei speso in questi anni?

Ho sempre lavorato nella pastorale vocazionale e come animatore dei giovani senza dimenticare l’evangelizzazione e l’amore ai più poveri. Questo mi ha arricchito tanto.

Come hai vissuto il periodo di pandemia?

La pandemia è stata un’esperienza di vita molto ricca soprattutto nella nostra comunità. È stato un momento di fraternità e di revisione di vita e mi ha aiutato a condividere con chi soffre, con chi aveva bisogno soprattutto nella preghiera. Io credo a un mondo più umano, la pandemia non deve scoraggiarci ad amare l’altro. È proprio nella sofferenza dell’altro che incontreremo Cristo, quindi credo a un ritorno alla vita normale che è l’umanità.

Che sacerdote sarà don Michel?

Sarò un sacerdote degli ultimi, pronto a servire gli altri con un piccolo sorriso.