Ripartire dalle persone. Lunedì 13 settembre, alle 20.30, sarà ospite della Tresere don Salvatore Currò, docente e direttore dell’istituto di Teologia Pastorale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. L’incontro si svolgerà in Seminario (viale Stradone 30) e sarà possibile partecipare esibendo il Green pass. In alternativa sarà possibile seguirlo anche tramite la pagina Youtube della Diocesi. Autore del libro “Perché la Parola riprenda suono”, don Salvatore nel suo intervento “Le coordinate fondamentali per l’annuncio in questo nostro tempo” offrirà spunti utili a catechisti ed educatori.

Intervista a don Salvatore Currò

Nei tempi di crisi, la sfida è quella di non chiudersi in se stessi, ma investire nel futuro. Su cosa dobbiamo investire dunque, per quanto riguarda educazione e catechesi dei giovani?

È importante, in questo tempo così complesso, non chiudersi, ma tenersi aperti, “in uscita” direbbe papa Francesco. Serve una mentalità missionaria e dialogica allo stesso tempo. Serve capacità di ascoltare e di interagire con tutti. Dobbiamo ripartire anche dalla Parola, riscoprendola come Parola che anima, sostiene, permette di leggere i segni dei tempi, aiuta a interpretare in profondità quello che stiamo vivendo. L’accoglienza dei giovani e il riconoscimento del loro protagonismo è una condizione necessaria del rinnovamento ecclesiale. Con i giovani le nostre comunità riacquistano fiducia e speranza, possono sperimentare strade nuove. I giovani ci aiutano a non spaventarci di fronte ai problemi di oggi ma a viverli, come ci indica ancora Francesco, come sfide e opportunità di cambiamento.

Le sue riflessioni in “Perché la Parola riprenda suono” sono definite “inattuali”. Perché questo termine?

Ho introdotto l’espressione “considerazioni inattuali” nel sottotitolo del libro perché mi sembra di indicare una prospettiva un po’ controcorrente. Cerco di avere una forte attenzione alla dimensione corporea e sensibile dell’esistenza e, per questa via, di mostrare come le tracce dell’opera di Dio sono molto concrete nella nostra esistenza. L’idea centrale del libro è quella di “ridare suono” alla Parola; la mediazione catechistica va orientata a far sì che la Parola “riprenda suono”. Considerazioni inattuali, quindi, perché c’è uno sguardo al futuro e non perché si vuole rimanere ancorati al “si è sempre fatto così”.

Come rinnovare le nostre comunità?

Ho già fatto riferimento al fare spazio ai giovani. Cosa non facile, perché richiede conversione mentale e capacità di rinnovare la qualità delle nostre relazioni. Dobbiamo poi liberarci dalla paura di confrontarci col nostro tempo che presenta tanti problemi ma che ci chiede anche percorsi nuovi di annuncio del Vangelo. Credo che le nostre comunità devono meditare molto la Laudato si’ e la Fratelli tutti. Dobbiamo prendere molto sul serio anche la Evangelii Gaudium, per ritrovare la freschezza del Vangelo.

Quale valore ha per lei la parola “sinodalità”?

Sinodalità significa corresponsabilità, discernimento comune, lasciarsi guidare insieme dalla Parola di Dio, sentire che Dio ci viene incontro dal cuore stesso delle nostre relazioni. La sinodalità la si costruisce anche (e prima di tutto) dal basso.

Samuele Marchi