Un cammino fatto insieme a chi vive anche un semplice passo come ostacolo insormontabile. E insieme, percorrendo i sentieri del nostro Appennino, riuscire a scalare la salita più difficile, quella delle barriere della disabilità.
Sono partiti i corsi di formazione per dare a tutti la possibilità di vivere l’esperienza della montagna grazie alla jolette, l’ausilio da trekking che permette di rendere accessibile la pratica dell’escursionismo a persone con mobilità ridotta, grazie all’aiuto di almeno due accompagnatori. Si tratta di carrozzine progettate appositamente per i percorsi fuori strada dotate di una o più ruote simili a quella delle mountain bike.
Il primo corso per volontari alla spiaggia Insieme a Te di Punta Marina
L’idea di diffondere l’utilizzo di questo mezzo attraverso corsi di formazione è stata sviluppata dall’associazione Sentieri di felicità e portata sul nostro territorio da “4 all’ora”, un progetto a cura delle guide escursionistiche Sara Cavina e Sara Zanni, entrambe residenti a Faenza. Un primo corso per conduttori di jolette si è svolto, quasi in un simbolico passaggio di consegne dal mare alla montagna, sabato scorso a Punta Marina, nello stabilimento balneare per disabili Insieme a Te, che ha pienamente sposato l’iniziativa.
«Conosciamo bene la realtà fondata da Debora Donati – spiega Sara Cavina – e ci siamo chieste se, oltre alla stagione estiva in spiaggia, si poteva offrire agli ospiti un’altra esperienza di valore».
Dalla riviera al parco Carnè, per esempio, grazie ai volontari e alla jolette. Una carrozzina leggera e ben bilanciata, che consente di ottimizzare al massimo lo sforzo fisico dei due accompagnatori. A muovere la jolette sono unicamente i due volontari, uno davanti che ‘tira’ e l’altro dietro che controlla la direzione del mezzo. «Le carrozzine elettriche riescono a percorrere solo certi tipi di sentieri – precisa Sara – mentre questo tipo di mezzi, a una o due ruote, hanno molta più versatilità».
Essere veri compagni di viaggio, per un cammino che si fa insieme
Un modo per consentire a tutti di vivere l’esperienza dei cammini, i loro paesaggi e il rapporto unico con la natura che si crea in questi contesti. «Le escursioni con le jolette – prosegue Sara – sono caratterizzate di per sé come cammini in gruppo, si creano momenti forti di condivisione. La persona disabile si affida agli accompagnatori, mentre questi interagiscono con lei e insieme si superano barriere e distanze».
Non semplici trasportatori, ma compagni di viaggio. Per questo è fondamentale svolgere prima un corso di formazione, nel quale viene spiegato ai volontari come montare e smontare la jolette, le sue potenzialità e come utilizzarla al meglio. E si passa poi dalla teoria alla pratica, testando il mezzo con altri volontari o già con persone disabili. «Mettersi nei panni di chi viene trasportato con la jolette è utile – commenta Sara – perché ti permette di entrare nel punto di vista dell’altro e capire cosa si prova a essere trasportati. Ti accorgi così dell’attenzione che devi avere nelle manovre, e di cosa significa prendere una buca, un sasso o una radice durante il percorso che destabilizza l’equilibrio».
Percorsi che prima sembravano inaccessibili, diventano così alla portata. «La jolette è adatta anche per l’alta montagna, in particolare quella a una sola ruota. Si possono affrontare vari tipi di escursioni, sia di roccia, sia col fango, con maggiori o minori difficoltà. Poi è chiaro che entra in gioco il buonsenso di evitare salite troppo ripide o percorsi troppo impegnativi. Si deve sempre pianificare bene il cammino e avere un rapporto di fiducia tra accompagnatori e persone con disabilità.
Come detto prima è un cammino che si fa insieme. Fare questi trekking con una persona disabile cambia anche il tuo approccio mentale: per arrivare alla meta devi tarare le tempistiche in maniera diversa e certi aspetti passano invece in secondo piano: per arrivare serve il tempo che serve».
L’idea ora è formare un gruppo di volontari, arrivando così con la bella stagione a poter organizzare cammini ed escursioni. «L’entusiasmo degli ospiti di Insieme a Te ci ha ulteriormente caricato – conclude -. Nel periodo autunnale vogliamo organizzare nel faentino diversi corsi di formazione, per essere così pronti a percorrere in primavera i sentieri sui nostri Appennini».
Samuele Marchi