La terra ha sete. Anche il 2021 ha visto pochissime piogge, quasi la metà della media stagionale. Uno scenario preoccupante, ma che necessita di risposte a lungo termine per garantire un futuro all’agricoltura locale. E sono diversi i progetti messi in campo dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, in particolare per supportare le aree montane. Invasi e condotte che ottimizzano al massimo l’utilizzo del bene più prezioso, l’acqua, senza che venga sprecata nemmeno una goccia. A fine anno saranno completati otto progetti, dalla valle del Santerno a quella del Marzeno, che copriranno 3mila ettari di campi e in futuro Faenza e Brisighella saranno al centro del primo progetto pubblico a monte del Canale Emiliano-Romagnolo. Per capire come il nostro territorio sta rispondendo al problema della siccità, abbiamo intervistato Rossano Montuschi, dirigente dell’Area Distretto Montano del Consorzio.

Intervista a Rossano Montuschi (Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale)

Montuschi, la siccità colpisce tutta la Romagna allo stesso modo?

No, le criticità maggiori riguardano le aree pede-collinari. Nel nostro territorio, per esempio, a essere maggiormente colpite dalla siccità sono Faenza, Castel Bolognese e Imola. Nelle aree montane, invece, tutto sommato la piovosità regge, come a Marradi e Palazzuolo. Questo consente di mantenere comunque una certa fluenza nei fiumi e torrenti. Il sistema messo in campo dal Cer ha retto anche questa estate, ma certo questi numeri pongono dei profondi interrogativi sul futuro.

Anche se nelle aree montane la piovosità regge, il trend resta negativo.

Non si tratta di un anno anomalo, anche il 2020 è stato critico, e quindi parliamo già di un biennio fuori norma. I numeri ci parlano di un calo devastante. Oggi ogni tipo di agricoltura è a rischio con questo numero di precipitazioni se non si mettono in campo nuove soluzioni.

In ambito agricolo, cosa fare dunque se non piove?

La logica del Cer è stata quella di realizzare delle reti tubate attraverso strutture irrigue pubbliche. Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha realizzato lungo l’asse della via Emilia – dalla Valle del Santerno a quella del Marzeno – reti distributive di cui beneficiano 12mila ettari di terreno. Si è trattato di investimenti da milioni di euro per supportare la nostra agricoltura. Mediamente vengono derivati dal Cer dai 60 ai 70 milioni di mc di acqua, e di questi dai 10 ai 15 milioni finiscono nella rete di strutture irrigue pubbliche che da Faenza, per esempio, arriva nella Bassa, aiutando gli agricoltori a far fronte alla siccità. In questa rete nessuna goccia d’acqua viene sprecata.

Questa la situazione a valle, ma a monte della via Emilia come vengono aiutati gli agricoltori?

Qui non esistono impianti pubblici, perché portare l’acqua a monte dal Cer è molto più complesso, ma nel tempo si sono formati diversi consorzi di scopo che radunano dalle 40 alle 50 aziende per struttura. Si tratta di organizzazioni lungimiranti, attraverso cui gli agricoltori fanno fronte comune e fanno investimenti importanti. Il ruolo del Consorzio di Bonifica, in questo caso, è la gestione dei progetti e delle strutture. Proprio nel distretto montano, fra poche settimane completeremo otto progetti di ampliamento degli impianti irrigui. In tutto le condotte saranno ampliate di 193 km e avranno una capacità di invaso di oltre un milione di metri cubi d’acqua in più. Complessivamente, si tratta di progetti che hanno ricevuto un contributo regionale da 4,8 milioni di euro e nei quali gli utenti ne hanno versati 5,7. In totale parliamo di circa 3mila ettari di terreno che ne beneficeranno.

Nello specifico di quali progetti parliamo?

A Faenza si tratta dell’ampliamento consorzio Santa Lucia e di quello di Rivalta, mentre coinvolge Brisighella l’ampliamento del consorzio di Poggio San Ruffillo e Sintria. Inoltre sono previste interconnessioni con il Cer stesso. A questi, in futuro, si aggiungerà anche il primo progetto pubblico a monte della via Emilia, un lavoro da 14 milioni di euro, oltre a 2,3 messi da privati, che realizzerà una serie di invasi interconnessi tra il centro civico Rioni, Sarna e Moreda, tra Faenza e Brisighella. In tutto si tratta di 900mila mc di invasi. Stando ai cronoprogrammi i lavori inizieranno a primavera 2022 per entrare poi in esercizio nel 2024. Mi preme sottolineare l’importanza economica di questi progetti, spesso si sottovaluta il valore che ha l’agricoltura nelle aree montane e le opportunità lavorative che offrono. Al tempo stesso, garantire l’irrigazione in queste aree ha un ruolo fondamentale per prevenire lo spopolamento delle aree collinare e montane.

mappa impainti Consorzio
La mappa degli impianti realizzati dal Consorzio. In rosso gli impianti di prossima realizzazione

Accumulare e non sprecare. Basterà?

Il Cer rappresenta un sistema virtuoso. Lo testimonia il fatto che anche quest’anno il sistema ha retto. A livello culturale e tecnico siamo all’avanguardia. Riusciamo a ottimizzare al meglio le risorse d’acqua a nostra disposizione. Più che qualitativo, ora il tema è quantitativo. Sul nostro territorio vedo come vincente l’accumulo di acqua piuttosto che grandi opere o dighe. Un altro aspetto è quello della riduzione dei costi dell’energia elettrica, molto impattanti per gli agricoltori, attraverso sistemi di impianti fotovoltaici. Bisogna poi snellire la burocrazia: è anacronistico che per ottenere un’autorizzazione paesaggistica in variante debbano passare 124 giorni.

Anche nel faentino la settimana della bonifica e dell’irrigazioni: le visite guidate

Dal 25 settembre al 3 ottobre ritorna la tradizionale Settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione, promossa dall’Anbi – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, con il patrocinio del Ministero della Transazione Ecologica. Obiettivo dell’iniziativa è quello di far conoscere il territorio e sensibilizzare tutti i cittadini, a partire dai più giovani, sull’importanza della sua manutenzione e salvaguardia anche dal punto di vista idrologico. Per tutto il periodo si svolgeranno moltissimi appuntamenti organizzati dai vari Consorzi di bonifica dislocati in tutta Italia. Per quanto riguarda il territorio lughese, faentino e imolese il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha in programma numerose visite guidate: nel distretto di pianura alle opere irrigue e idrauliche (gli impianti di Solarolo, Castel Bolognese, Faenza, Imola, la cassa di espansione e l’impianto idrovoro di Alfonsine, la chiusa del fiume Senio fra Tebano e Castel Bolognese), mentre nel distretto montano agli invasi collinari di Casalfiumanese, Casola Valsenio, Brisighella e Faenza.

Le visite guidate, gestite nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19, devono essere preventivamente prenotate: per quelle del distretto di pianura al tel. 0545 909511 consorzio@romagnaoccidentale.it, per quelle del distretto montano al tel. 0546 21372 d.montano@romagnaoccidentale.it.

Ad aprire la Settimana della bonifica nella Bassa Romagna, inoltre, sabato 25 settembre, dalle ore 10 alle ore 12 è in programma un appuntamento ad hoc: la visita guidata ai bacini di Massa Lombarda, tra canneti, uccelli e specchi d’acqua alla scoperta degli ambienti umidi. A cura della Fondazione Villa Ghigi. Prenotazioni al tel. 0545 985890 urp@comune.massalombarda.ra.it. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti.

I numeri del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale

Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale opera in un comprensorio di oltre 2.000 km quadrati (con una rete canali di 962 km), tra i fiumi Sillaro a ovest, Lamone a est, Reno a nord e il crinale appenninico tosco-romagnolo a sud. Cinque le province coinvolte: Ravenna, in prevalenza; Bologna, nell’area imolese; Forlì-Cesena, nell’area collinare di Modigliana e Tredozio; Ferrara, al confine nord-ovest del comprensorio; Firenze, nel versante adriatico della Regione Toscana che comprende i centri abitati di Firenzuola, Palazzuolo e Marradi. 35 i comuni che fanno parte del comprensorio. Il Consorzio, che ha sedi a Lugo, Faenza, Imola e Firenzuola, è articolato in due distretti: pianura e montano.

Samuele Marchi