Un anno pluviometrico disastroso per Faenza». Non usa mezzi termini Roberto Gentilini, responsabile dell’Osservatorio Meteorologico Torricelli. Dall’inizio dell’anno a metà settembre sono caduti 231 ml di pioggia, contro una media che era di 431. Quasi la metà, e la situazione diventa ancora più preoccupante se si analizza l’andamento su lungo periodo. «In particolare gli ultimi due anni sono stati molto aridi – dice Gentilini – e bisogna sperare che l’autunno del 2021 sia come quello del 2020, che in parte ha risanato la grande siccità dei mesi precedenti. Dobbiamo dunque sperare in un autunno piovoso, anche se stando alle previsioni, ottobre si presenta come un mese particolarmente secco».

Se i cambiamenti climatici hanno un impatto su tutta Italia, è proprio la Romagna a vivere una situazione di siccità estrema. «Fortunatamente nelle aree montane le piogge di inverno e primavera hanno tenuto – prosegue Gentilini – ma è nelle zone pede-collinari che la situazione si fa critica. A Faenza, quasi in maniera simbolica, da quando è scoppiata la pandemia di fatto non piove e si ha invece una media pluviometrica pari a quella delle zone semi-desertiche. A Tunisi, per dire, attualmente piove di più rispetto che a Faenza». E se si guarda indietro nel tempo, fa impressione pensare che cento anni fa, nel 1928, nel solo mese di settembre caddero 300 ml di acqua. Nel 2003 si registrò un anno particolarmente secco a Faenza (585 ml di pioggia), ma in vent’anni sono cambiati nel loro complesso i fenomeni atmosferici – come il forte vento che si è avuto in Romagna nella scorsa primavera – e quello che una volta poteva essere considerato un anno anomalo, ora sta diventando una costante, tanto che nel 2020 in 93 giorni di pioggia caddero solo 451 ml di acqua. «Stiamo vivendo sicuramente un cambiamento epocale, ed è tuttora difficile capire quanto o meno incida l’azione dell’uomo».