Uomo e ambiente, entrambi al centro. È questo uno dei temi principali emersi dagli incontri di preparazione alla Settimana sociale dei cattolici di Taranto (21-24 ottobre). E per arrivare a individuare un nuovo paradigma con il quale l’uomo sia custode del Creato affidatogli da Dio, la nostra Diocesi porterà alla Settimana sociale sei buone pratiche da condividere.

Esperienze virtuose, nel segno dell’ecologia integrale indicata da papa Francesco nella Laudato Si’, per costruire assieme “Il pianeta che speriamo”. Dopo le tre della scorsa settimana, ecco le altre buone pratiche.

Podere OrtInsieme

Conversione ecologica e supporto a ragazzi in condizione di fragilità. Uomo e ambiente. È un 2021 all’insegna della crescita e dei cambiamenti, quello che sta vivendo il progetto di agricoltura sociale Podere OrtInsieme a Russi, nato dall’intuizione della cooperativa Il Mulino e la Confraternita del Santissimo Sacramento.

«Un primo aspetto importante è la conversione al biologico – rivela Fabio Bassi, vicepresidente del Mulino-. È un percorso che abbiamo avviato nel 2020 e che ora si sta concretizzando. Inoltre, in questi primi mesi, c’è stato uno sviluppo tecnologico nella produzione agricola, realizzando un nuovo impianto di fertirrigazione con organismi biologici. Una delle nuove iniziative che partiranno è la Cassetta solidale, un progetto di consegna a domicilio di prodotti ortofrutticoli locali, in collaborazione con la cooperativa Botteghe e Mestieri».

A OrtInsieme operano mediamente sei ragazzi in condizione di fragilità, ospiti del progetto riabilitativo ‘Casa OrtInsieme’, un percorso di co-abitazione grazie al quale i ragazzi possono capire come gestirsi un’abitazione in autonomia, insieme a un progetto di avviamento al lavoro in agricoltura. «Il 12 agosto invece – conclude Bassi – ospiteremo una delle serate del Cinemadivino, con degustazione dei vini e proiezione del film Non Conosci Papicha».

San Pier Damiano Hospital

Una nuova impronta alla gestione dei rifiuti ospedalieri così da essere ancora più attenti alla protezione dell’ambiente, in particolare al conferimento, stoccaggio e deposito dei rifiuti speciali e non. Questa la buona pratica messa in campo da San Pier Damiano Hospital, illustrata dalla dottoressa Di Gregori, vicedirettore sanitario incaricato del progetto.

«Nella gestione dei rifiuti – spiega – ciò che si deve evitare è la mancanza di puntuale e immediata gestione, per efficientare e semplificare i singoli flussi di gestione, così che mai ci si trovi in situazioni di accumuli importanti, che possono risultare pericolosi per l’ambiente ospedaliero stesso». Contestualmente al progetto, è importante diffondere anche internamente al personale tutto, l’attenzione alla salute dell’ambiente dando al contempo una visione completa così da responsabilizzare tutti su come deve essere gestito il rifiuto appena prodotto se non, addirittura, prima che venga prodotto.

Fondazione Marri

Partire dai banchi di scuola a insegnare l’attenzione per l’ambiente e la persona: è questa la buona pratica promossa dalla Fondazione Marri Sant’Umiltà, che concretizza questo in diversi progetti. «Non può esistere infatti una cura ecologica se non va di pari passo con la cura dell’uomo e della sua formazione – spiega la responsabile progetti Paola Babini, – per questo è importante che gli alunni si confrontino non con un approccio ecologico superficiale, ma con una proposta che riguarda la loro persona e la loro crescita».

Tra i progetti messi in campo, un orto inclusivo all’interno della scuola, dove alunni con bisogni educativi speciali possono mettersi in gioco assieme ai loro compagni. «Si sensibilizza fin dai bambini tanto al rispetto delle differenze – spiega – quanto alla cura della natura». E dalle attività nell’orto si esce poi per andare a pulire gli argini del fiume Lamone o altre aree della città.

«Un altro progetto al quale abbiamo aderito è Annibale, promosso dal Comune. In un’ottica di gioco, i bambini hanno monitorato per alcune settimane la modalità con la quale si recavano a scuola – se in auto, a piedi, o in bici, per esempio – e si cercava di promuovere una modalità più sostenibile di spostamento casa-scuola, anche tramite il car pooling, ossia condividendo l’auto di un altro genitore per venire a scuola. Si sono così responsabilizzati».