Una vera e propria casa, palestra di vita, in cui ragazze e ragazzi con disabilità intellettiva possono vivere autonomamente. Sabato 28 agosto alle 10,30 sarà inaugurata la prima casa per l’autonomia “Provo a vivere da solo” in via Scalo Merci 26.
L’idea è stata pensata da un gruppo dell’associazione Grd, Genitori ragazzi disabili, all’interno del progetto “Si può fare”, nato nel 2011. Oggi, dopo dieci anni di lavoro, Grd insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII inaugurano la prima casa con l’aiuto di tante realtà, tra cui Diocesi e Asp. All’inaugurazione sarà presente anche il vescovo Mario, che benedirà i locali.
In tutto 10 giovani potranno accettare questa sfida
Alla casa di via Scalo Merci si aggiunge anche un’altra casa in via degli Insorti, per un totale di dieci giovani (cinque per ogni casa) che potranno decidere di provare a vivere da soli, condividendo gli spazi assieme ad altri e mantenendo un rapporto con la famiglia.
«L’unione fa la forza e questa casa lo testimonia. È frutto di un lungo percorso partito dieci anni fa – commenta Elisabetta Cimatti della Papa Giovanni XXIII -. Un cammino di formazione che ha coinvolto bambini, famiglie e associazioni passo dopo passo e che ci porta ora a questa importante tappa per l’autonomia dei nostri ragazzi».
Un percorso lungo che ha coinvolto famiglie e territorio
Una tappa che non è frutto del caso: nel corso di questi anni i giovani con disabilità hanno potuto crescere, sperimentarsi e acquisire competenze all’interno di progetti come quello della Bottega della Loggetta, laboratorio e punto vendita di prodotti biologici e locali gestito da ragazzi disabili. I giovani che decidono di vivere nelle case per l’autonomia lo fanno consapevolmente, hanno un lavoro o un tirocinio e sono pienamente inseriti nel territorio.
Fondamentale, per questo percorso, la collaborazione con alcuni professori dell’Università di Bologna, che hanno puntato molto non solo sui ragazzi, ma anche sul coinvolgimento delle famiglie nel complesso.
«Ci hanno aiutato lavorando in primis sul fatto che dessimo fiducia ai nostri figli – conclude Cimatti -. È vero, ci possono essere paure e preoccupazioni quando i figli vanno a vivere da soli, ma è un passaggio necessario e sono proprio i nostri figli i primi a volerlo».
Samuele Marchi