Da alcuni anni ho un contratto di lavoro a tempo indeterminato con l’Inps. Di quelli che tutti si augurano che siano decisamente lunghi, che è – soprattutto – nella mani del buon Dio più che in quelle del mio datore di lavoro. Quando il mio contratto di lavoro terminerà, con esso si chiuderanno anche molte altre questioni. Fino a qualche anno fa (esattamente era il 30 aprile 2015) il mio datore di lavoro era La Bcc ravennate forlivese e imolese, poi dal 1 maggio (Festa del lavoro) ho ceduto i miei servizi all’Inps.

Negli ultimi anni di lavoro uno dei colleghi più giovani era Jacopo Cappelli, un ragazzo diversamente abile. Lo ricordo con molta simpatia: lo incontravi sempre sereno mentre si destreggiava con la sua due ruote lungo i corridoi; quando andavi nel suo ufficio un sorriso ti accoglieva sempre.

Tokyo 2020, i Giochi Paralimpici inizieranno tra poco e Jacopo Cappelli oggi, venerdì 20 agosto, sta decollando con l’aereo della sua squadra di tiro. A Tokyo gareggerà in quattro specialità della carabina, dopo aver conquistato, alla Coppa del mondo tenutasi in Perù nel giugno scorso, il diritto di partecipare. Questo importante traguardo l’ha meritato sul campo, con impegno, fatica e valore. E dopo un anno di attesa, per i ritardi dovuti alla pandemia. Gareggerà a partire dal 30 agosto, prima dell’alba.

I suoi colleghi gli hanno fatto omaggio della felpa sportiva del Cral aziendale hanno preparato per l’occasione, per essere insieme a lui, ad inseguire i suoi sogni, in mezzo ai migliori al mondo nella sua disciplina sportiva. Per Jacopo Tokyo 2020 è un sogno che si realizza, perché il tiro a segno è la sua grande passione, anche se non sarà la sua prima volta, perchè prese parte alle Paralimpiadi di Londra 2012. “Sono orgoglioso di andare alle Olimpiadi – ha raccontato nei giorni scorsi – e ho coronato nel migliore dei modi un quinquennio olimpico per nulla semplice a causa del Covid. A differenza di chi pratica questo sport per professione io lo faccio per passione, lavorando in banca, ma riesco ad allenarmi tre volte a settimane nel centro federale di Bologna dove ci sono ottime strutture.

Cosa mi ha dato questo sport? Dal punto di vista umano forgia davvero le persone. Ho iniziato che avevo 13 anni e sono più di 20 anni che lo pratico. Mi ha cambiato, cresciuto, mi ha fatto diventare un uomo e, pensando alla testa calda che sono, probabilmente mi ha salvato.” Con una semplice cerimonia il presidente, la direzione e i responsabili del Cral aziendale hanno salutato Jacopo in partenza per Tokyo, con l’augurio che partecipare a questa manifestazione mondiale possa regalargli la realizzazione di un sogno, dopo l’impegno di questi anni di preparazione. In bocca al lupo, Jacopo!

Tiziano Conti