Conoscere, mappare, condividere le buone pratiche delle nostre realtà per arrivare a definire un nuovo modello di sviluppo capace di dare vita a “il pianeta che speriamo”. La ricchezza del nostro territorio su questo tema passa così da un orto sociale a supporto dei lavoratori fragili per arrivare a modelli di impresa che mettono al centro ambiente e persone, in un’ottica di ecologia integrale e custodia del Creato. In questa direzione si sono messe in gioco diverse realtà come l’associazione Terra Condivisa, la cooperativa Caviro e il gruppo Tampieri. Sono queste le prime delle sei buone pratiche che verranno condivise dalla nostra Diocesi alla Settimana sociale dei cattolici di Taranto (21-24 ottobre 2021).

Lo scambio di buone pratiche, in vista e durante le Settimana sociale, sarà utile per allargare lo sguardo delle nostre diocesi ed essere così uniti in quella che vuole essere molto di più di una semplice ripartenza dalla pandemia, ma una rigenerazione all’interno della quale i cattolici devono giocare la partita al rialzo.

L’orto sociale di Terra Condivisa

Terra Condivisa è il progetto di agricoltura sociale promosso dall’associazione Farsi prossimo in collaborazione con Caritas diocesana. “Terra, lavoro e persone” sono i cardini di questo progetto che mette al centro le persone fragili, inserendole nel mondo del lavoro con progetti di tirocinio inclusivi all’interno dell’orto, per poter apprendere le competenze agricole da spendere nel territorio.

Un’attenzione particolare viene rivolta anche ai frutti della terra che vengono coltivati: le verdure vengono in parte utilizzati per il sostegno al progetto stesso, con la vendita al pubblico grazie anche a una rete creata con le parrocchie, in parte utilizzati per sostenere la mensa del Centro di Ascolto, in modo da ridurre o azzerare gli sprechi.

Caviro e Agenda Onu 2030

Negli ultimi anni il Gruppo Caviro ha intrapreso diverse iniziative e progetti che hanno contribuito a farne un esempio di modernità e sostenibilità sia in Italia che all’estero. In linea con le indicazioni delle istituzioni e sposando appieno gli obiettivi delineati nell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta, Caviro ha individuato ben sette obiettivi dell’Agenda su cui esercitare azioni tangibili e concrete: il rispetto per le risorse naturali e la salvaguardia dell’ecosistema, la promozione della sicurezza e del benessere di dipendenti e consumatori, l’adozione di modelli di produzione sostenibili e circolari sono temi di fondamentale importanza nella quotidianità dell’azienda.

Il legame con il territorio riveste poi un ruolo primario nell’azienda, consapevole che la propria crescita e il raggiungimento dei propri obiettivi passano anche attraverso lo sviluppo del territorio in cui opera. In particolare, il Gruppo, si è distinto in merito alla promozione di diverse attività a livello locale, supportando iniziative volte alla sostenibilità, alla cultura e alla socialità. Nell’ultimo anno il Gruppo ha elargito donazioni e sponsorizzazioni a circa 80 enti per un importo di 154mila euro. I contributi erogati sono stati principalmente volti a supportare comunità locali, diocesi, eccellenze territoriali, salute, benessere ed eventi sportivi. Non sono mancate donazioni a centri di ricerca, Croce rossa e farmacie.

Gruppo Tampieri e il legame col territorio

Responsabilità ed etica contraddistinguono, dal 1928, il modo di essere e di agire di Tampieri. L’azienda promuove costantemente azioni ed eventi, oltre ad elargire contributi nell’interesse del più ampio numero di persone, nel territorio di Faenza dove Tampieri è nata e continua a operare, perseguendo un miglioramento continuo delle prestazioni in ottica di sostenibilità ambientale e sociale. «Infatti il fine dell’impresa non è solo quello di creare profitto – spiegano dall’azienda – ma anche di fornire un valore aggiunto per tutta la comunità in cui lavora, mantenendo un atteggiamento costante di ascolto e apertura al dialogo costruttivo nei confronti dei dipendenti, della cittadinanza, delle altre aziende con cui collabora e delle istituzioni».