Non è solo una firma. È carità, è tenere viva la fede, è arricchire di valori concreti la realtà.

L’8xmille alla Chiesa cattolica rappresenta una modalità attraverso cui le persone possono incidere sul proprio territorio sostenendo iniziative e progetti diocesani che hanno un impatto nella vita di tutti i giorni. Una firma i cui benefici non vanno dati per scontati, e che è dunque da alimentare.

L’economo Maurizio Ghini. “L’8xmille sostiene le attività del Centro di ascolto e progetti come la Solidarietà di vicinato”

«I contributi che arrivano alla Diocesi dai fondi 8xmille sono suddivisi tra finalità di culto-pastorale e interventi caritativi – spiega l’economo, Maurizio Ghini -. Per quanto riguarda questi ultimi, l’8xmille ha un ruolo primario nel sostenere le attività del Centro di ascolto, realtà operativa della Caritas attraverso cui si dà risposta ai bisogni di persone in condizione di fragilità attraverso percorsi che non siano puramente assistenziali». L ’8xmille rende concreta l’azione di operatori e volontari, oltre che della mensa e di progetti come la Solidarietà di vicinato.

«Per quanto riguarda gli interventi edilizi e a favore dei beni culturali – prosegue Ghini – vengono presentati alla Cei, attraverso piani quinquennali, dei progetti che possono essere coperti dal contributo fino al 70% della spesa. L’8xmille dà priorità al patrimonio diocesano utilizzato per fini di culto, ossia a quelle chiese o immobili fruiti dai fedeli: si privilegia destinare le risorse là dove la Chiesa è viva e dove si riunisce il popolo di Dio».

I contributi hanno poi tante altre destinazioni come il supporto alle attività delle Pastorali e il sostentamento del clero. «Per questi motivi – conclude – come Diocesi abbiamo grande senso di responsabilità nell’utilizzare queste risorse, operando il giusto discernimento e verificando che ogni contributo versato con la firma non si disperda, ma renda dieci volte tanto».