Sabato 5 giugno scorso, a Casola Valsenio, alla presenza del sindaco Giorgio Sagrini, del maresciallo dei Carabinieri, del dirigente Scolastico, della segretaria generale Fnp Maria Antonietta Aloisi, del segretario amministrativo Fnp Alessandro Zanotti, dei dirigenti dell’associazione Anteas Regionale e Nazionale, del responsabile distrettuale Cisl Faenza Fabrizio Liverani, sono stati premiati i vincitori del concorso “Lo spopolamento delle colline”. L’iniziativa era riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Casola Valsenio.

Nello spazio antecedente la scuola erano riuniti tutti i ragazzi che frequentano le medie a Casola Valsenio. Una bella panoramica di giovani che hanno accompagnato la premiazione.

Un concorso lungo e difficile a causa del Covid. Era gennaio 2020 quando dalla Fnp regionale ci giunse l’invito di coinvolgere gli studenti delle scuole medie di una località collinare per chiedere loro cosa pensano dello spopolamento dei paesi appenninici. Fatte le dovute considerazioni, fu scelto Casola Valsenio, il paese collinare più alto sul livello del mare del nostro Distretto, lo stesso che nel tempo ha avuto il declino maggiore di popolazione.

Quando il concorso era giunto al termine dell’organizzazione arrivò “il flagello” del Covid che fermò tutto. Solo a settembre scorso, con l’inizio dell’anno scolastico 2020-21, si è potuto riprendere, per poi sospendere nuovamente.

Finalmente, lo scorso mese, con la preziosa collaborazione della professoressa di Italiano Silvia Rossini, è stato rivolto agli studenti l’invito di svolgere il tema “Come vivi il tuo paese e il fenomeno dello spopolamento”.

Dagli elaborati si evidenzia una reale consapevolezza della mancanza di lavoro, oltre al desiderio di maggiori possibilità sportive, di divertimento e commerciali, ma soprattutto un solido e manifesto amore per il proprio paese; nessuno delle ragazze e ragazzi vuole trasferirsi, pur nell’impossibilità di poter escludere che in futuro questo possa accadere per esigenze di vita.

Tutti avrebbero meritato il premio. Sono stati scelti i più aderenti all’argomento proposto.

E colpisce sentire l’entusiasmo dei ragazzi che iniziano i loro scritti dicendo: «In collina si vive molto bene, sono soddisfatto di quello che mi offre Casola, mi manca il campo da calcio che a causa di una frana non abbiamo più»; «Inizio col dirti che io personalmente mi sento fortunata a essere cresciuta in un posto del genere anziché in una città affollata»; «Casola Valsenio è un paese molto bello, soprattutto per la posizione che a me piace particolarmente perché è situata all’interno dei monti».

Più o meno queste sono le considerazioni di tutti e non sappiamo quanti di loro saranno costretti, in futuro, a un sofferto “esodo”.

Casola Valsenio, che ha avuto una popolazione di oltre 6mila abitanti, si trova oggi con circa 2.500 residenti. Secondo Legambiente «esistono in Italia circa 5.308 piccoli centri a rischio di abbandono.

Il 72% degli oltre 8mila Comuni italiani contano meno di 5mila abitanti. Un’Italia dove vivono 10 milioni di cittadini che rappresentano circa il 55% del territorio nazionale. Questi piccoli centri non solo svolgono un’opera insostituibile di presidio e cura del territorio, ma sono portatori di cultura, sapere e tradizioni, oltre che fucine di sperimentazione e fattori di coesione sociale. Una costellazione solo apparentemente minore, che brilla per la straordinaria varietà ambientale e per l’inestimabile patrimonio artistico custodito. Ricchezze ad oggi poco note e perciò da valorizzare».

Fabrizio Liverani, Cisl Romagna: “Non si è fatto nulla di concreto per evitare questa situazione che ha visto giovani e famiglie lasciare i loro paesi”

Fabrizio Liverani commenta: «Inutile dire che negli ultimi decenni nulla si è fatto di concreto per evitare questa situazione che inevitabilmente ha visto molti giovani e molte famiglie lasciare i loro paesi per sistemarsi in luoghi logisticamente più funzionali con maggiori possibilità lavorative. Se dovessimo fare una cronostoria dei fatti salienti dovremmo partire certamente dalla riforma e dalla razionalizzazione del sistema sanitario che ha visto la chiusura di tutti gli ospedali di periferia, adottando un modello centralistico che doveva puntare sulle eccellenze, ma che al contrario ha evidenziato lacune e disservizi importanti, messi in evidenza in modo eclatante dal Covid che ha rimesso in discussione il sistema rielaborandolo in chiave opposta, riconoscendo nella Sanità di prossimità la vera risposta ai bisogni». «Una mancanza – prosegue Liverani – di strategia lungimirante in un settore fondamentale come il turismo. La mancanza di investimenti di promozione turistica ma anche sulle specialità enogastronomiche. Progetti di collegamento con le città d’arte, investimenti in percorsi benessere valorizzando le bellezze di Casola Valsenio, come il giardino delle erbe di importanza Europea, le terme di Riolo e di Brisighella e tanto altro ancora».

Margherita Turchetti