Li torneremo a vedere zaini in spalla, con tende, cibo e tutto l’essenziale racchiuso in una decina di chili da portare con sé. Una settimana di fatica, sotto un sole che non dà tregua o un forte temporale estivo, ma soprattutto di grandi traguardi, avventure e voglia di ricostruire relazioni.

Dopo mesi “fermi ai box”, quest’estate gli scout tornano in strada. Dalla Puglia al Lago di Como passando per il Gran Sasso, rover e scolte stanno progettando le loro route, i campi estivi itineranti che riguardano la fascia dai 17 ai 20 anni.

I ragazzi, seguiti dai capi, organizzano questi percorsi che li vedono partire per una settimana autonomi al cento per cento.

Vivere la bellezza della strada in maniera piena significa riscoprirne l’essenziale: un chilo in più o in meno sullo zaino fa la differenza e la progettazione di un cammino non improvvisato, per evitare brutte sorprese all’arrivo di una tappa, come per esempio la mancanza di un punto acqua.

Dalla Puglia al Gran Sasso, tanta voglia di strada e comunità

Pur nelle differenti mete, due le parole chiave che accomunano i clan: comunità e strada. La voglia di rimettersi in cammino è tanta, come spiega Serena Tramonti, capo clan del Bagnacavallo. «L’anno è stato impegnativo, segnato dal distanziamento, ma non ci siamo arresi. Durante l’anno abbiamo affrontato il tema dei social, sia nei lati positivi che negativi. Questo ha permesso di avere uno sguardo più critico e consapevole riguardo l’utilizzo».

E dopo alcune uscite durante l’anno, ora si torna a progettare in grande con la route. «Andremo in Puglia, per fare comunità e strada, ciò che è mancato molto durante questi mesi».

«Abbiamo vissuto un anno altalenante – dice Simona Carroli del Modigliana – e con la route che faremo nel Cilento, la sfida è tornare a vivere la comunità, che si crea a partire da tante piccole cose che davamo per scontate.

È importante far tornare a vivere ai ragazzi il valore di sognare, li ho visti in difficoltà nel proporre nuove idee e la route può essere l’occasione per puntare in alto».

Dall’8 al 14 agosto il clan del Faenza 1 camminerà sui monti del Gran Sasso, oltre 2mila metri di altitudine. «Vogliamo ricostruire certi aspetti della comunità che durante l’anno sono venuti meno, anche perché siamo un clan molto numeroso – spiega Gabriele Bandini -. Ci stiamo inoltre attrezzando per rispettare al meglio tutte le normative: dal numero massimo di ragazzi per tenda ai tamponi prima della partenza».

Ancora in definizione la route del Valdilamone (si pensa alla Via dei Viandanti sul Lago di Como) e del gruppo Faenza 3. «Quest’anno abbiamo affrontato il tema dell’immigrazione – dice Paolo Malpezzi – andando a conoscere realtà del territorio che se ne occupano come la Caritas. Sono state poi lanciate idee concrete, come un tavolo di confronto tra associazioni, per affrontare assieme questi temi. Per l’estate punteremo invece a una route di strada, in stile scout. I ragazzi hanno bisogno di riprendersi il loro tempo e ricostruire relazioni».