La bellezza di dialogare con Leopardi. Quello vero, senza la patina di pregiudizi e stereotipi che troppo spesso l’ha banalizzato sui libri in termini come “pessimismo cosmico”. Ed è proprio con il Leopardi più autentico quello con il quale si è confrontata Anna Balducci, studentessa all’ultimo anno del liceo Classico Torricelli. Dopo aver superato la selezione regionale del prestigioso Premio Leopardi – bandito dal Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati – classificandosi al primo posto, il 1° giugno scorso ha partecipato assieme ad altri sedici studenti alla prova nazionale, i cui esiti si sapranno nel corso della premiazione del 29 giugno.

Al di là di quello che sarà il risultato finale, il reale valore del premio è far avvicinare i giovani agli autori classici con senso critico, curiosità e passione, lontani dal nozionismo e dalle frasi fatte con cui strappare un buon voto alle interrogazioni.

Anna Balducci: “Partecipare al concorso è stato davvero gratificante. Studiando i testi di Leopardi mi si è aperto un mondo”

Ed è proprio a partire da queste basi che Anna è andata alla scoperta del Leopardi meno noto, ma più stimolante. «All’inizio non volevo partecipare a questo concorso – spiega Anna – perché risentivo un po’ del pregiudizio di Leopardi come autore freddo e serioso, ma col tempo la mia prof mi ha convinto. Ed è stato davvero gratificante: studiando e approfondendo i testi di Leopardi mi si è aperto un mondo». Non solo L’infinito o La ginestra, Anna ha letto in particolare lo Zibaldone, una sorta di diario nel quale Leopardi trascriveva i suoi pensieri, in maniera molto libera. «Anche io ho un diario personale ed è stato sorprendente ritrovarmi in molti degli scritti di Leopardi, che ho sentito davvero vicini».

Entrambe le prove erano suddivise in due parti: la prima di analisi del testo – con domande, per esempio, sulle Operette morali – la seconda parte invece prevedeva la stesura di un tema. Si è chiesto, per esempio, di riflettere sulla poesia Aspasia, nella quale Leopardi supera la delusione amorosa. La poesia finisce con ‘e sorrido’ facendo sembrare che il poeta si contraddica. «Meno male che la poesia mette in luce queste contraddizioni – ha commentato Anna – facendoci superare una visione del mondo dove tutto è bianco o nero». La letteratura diventa così non un semplice voto da inserire nella pagella, ma un percorso di crescita per avere maggiore consapevolezza di se stessi e del mondo. «Penso che per approcciarsi alla letteratura sia fondamentale avere dei bravi docenti, altrimenti rischi di perderti e non avere punti di riferimento, ma è altrettanto fondamentale metterci del tuo. In questo senso, condivido una frase di Marcel Proust: “ogni lettore quando legge, legge se stesso”».

Samuele Marchi