Custodire il creato: spunti e riflessioni per dare vita a un pensiero nuovo che diventi poi azione concreta nella vita di tutti i giorni. Si è svolta giovedì 24 giugno la presentazione dei libri “Ecologia integrale, dopo il Coronavirus” e “Verso un’economia integrale. La via Italiana alla ripresa” con la presenza dei propri corrispettivi autori: sua Eccellenza Mons. Mario Toso, vescovo della diocesi di Faenza e Modigliana e Massimo Folador, professore di Business Ethics e sviluppo sostenibile presso la Liuc – Università Cattaneo. A ospitare l’evento la cooperativa Botteghe e Mestieri, nella nuova sede di via Ravegnana a Faenza. E’ stato proprio il presidente della cooperativa Claudio Mita, ad aprire la presentazione dei due libri. “L’evento è per noi occasione di far conoscere la nostra nuova sede qui a Faenza, per la quale abbiamo grandi progetti, come il sito Bottega del Monastero e l’orto che verrà destinato al recupero di studenti a rischio dispersione scolastica”. Il nuovo stabilimento di Botteghe e Mestieri sorge su una superficie di 1000 metri quadrati dove la cooperativa ha trasferito il laboratorio di pasta fresca e gli uffici dell’e-commerce del sito bottegadelmonastero.it. Nei locali è stato aperto, inoltre, un nuovo punto vendita per i prodotti realizzati dai soci, che si aggiunge così a quello di Cuffiano. Ad oggi Bottega e Mestieri conta 17 soci lavoratori, di cui sei con disabilità e due tirocinanti in condizioni svantaggiate, tutti impegnati nella produzione e nella vendita di prodotti da forno e pasta fresca. A moderare l’evento è stato l’imprenditore Ucid Luciano Caroli.

Il sindaco Massimo Isola: “Oggi serve una vera rinascita”

Parte dalla parola “integrale”, utilizzata nei titoli dei due libri, la considerazione del sindaco Massimo Isola. “Abbiamo bisogno di pensieri alti per superare queste crisi – commenta il primo cittadino, che ricorda l’importanza dei monaci benedettina nella costruzione dell’identità europea – Stiamo vivendo momenti in cui non servono pezze per risolvere i problemi che ha creato il Covid, ma una vera rinascita. Condivido quanto scrive monsignor Mario Toso sulla necessità di dare vita a un patto globale: da soli siamo insufficienti a fornire delle risposte. Come Amministrazione siamo disponibili a dare il nostro contributo nella creazione di un pensiero nuovo che metta l’uomo al centro con sue fragilità”. 

Il vescovo Mario Toso: “L’ecologia integrale è un pensiero originale cattolico che tiene insieme uomo e natura”

Parte dai temi agricoli il pensiero di monsignor Toso, per abbracciare poi in maniera a 360 gradi i temi economici e ambientali, indicando la necessità di azioni guidate dalla vocazione dell’uomo a essere custode del creato. “Se vogliamo parlare di agricoltura sostenibile dobbiamo davvero dar vita a un pensiero nuovo, altrimenti rischiamo di commettere gli stessi errori del passato – ha detto il vescovo Mario – Con questo libro ho cercato di prefigurare lo scenario del dopo pandemia, dove diventa attualissimo il messaggio dell’enciclica Laudato Si’ e dell’ecologia integrale. Quest’ultima espressione è utilizzata nel dibattito pubblico solo dalla Chiesa ed è frutto originale della teologia cristiana. Se vogliamo risolvere i problemi ambientali (biodiversità, cambiamenti climatici, e tanti altri…) in maniera incisiva dobbiamo coltivare l’ecologia umana, cioè l’educazione di tutti i protagonisti e attori economici, dall’imprenditore al coltivatore diretto. Dobbiamo pensare a una loro educazione morale perché la loro coscienza sia responsabile soprattutto dal punto di vista sociale: se l’imprenditore o il coltivatore non è formato adeguatamente non presterà reale attenzione a questi temi. Se vogliamo rinascere dobbiamo dunque operare in profondità. Se non lavoriamo sulle motivazioni delle persone, possiamo parlare di tante attività che potremmo mettere in campo, ma non si arriva al dunque”.

Monsignor Toso ha sottolineato poi l’importanza dei parroci a essere guide spirituali per la comunità su questi temi e l’importanza dell’espressione ecologia integrale: “La dobbiamo tenere ben presente: solo alla luce di questa possiamo modificare in positivo economia, finanza, attività commerciali. L’ecologia integrale tiene insieme uomo e natura”. Citando il premio Nobel per l’economia Amartya Sen: “Non basta la libertà per dare valore alle nostre democrazie nella cura del pianeta, serve anche avere una scala di valori spirituali indicati proprio dall’ecologia integrale. Non dobbiamo avere paura di sottolineare la nostra fede nel dibattito pubblico, anzi, questa è un valore aggiunto per fornire alla collettività un concetto più umano di economia. E come diceva don Luigi Sturzo, un’economia senza etica diventa diseconomia”.

Massimo Folador: “Dietro l’economia c’è qualcosa di più grande: il creato”

L’esperienza dei monaci benedettini capaci di dar vita a una vera ecologia integrale: parte da qui la relazione del professor Massimo Folador, che ha raccontato il percorso che l’ha portato verso a questa ultima pubblicazione. “Ho fatto il direttore commerciale per tanti anni, e sono sempre stato abituato a valutare, come manager, il risultato delle mie azioni in base agli obiettivi. A segnare uno spartiacque nella mia vita è stato quando incontrai, venti anni fa, una comunità monastica benedettina al Lago Maggiore che mi hanno infuso felicità. Con la mia mentalità da manager, vedendo i loro risultati, mi sono interrogato e ho indagato i motivi di questi loro ‘successi’. I monaci hanno realmente costruito l’Europa, apparentemente tramite il lavoro, ma non solo. Stando accanto a loro, ho compreso che il lavoro era solo un pezzo, importante certo, ma non l’unico che dava l’integrità della persona. Cercai di capire i nessi e le relazioni che producevano i risultati dei monaci. Nel 2009 mi inventai un centro si studi su Etica e Business. Il tema del bene comune non è infatti così semplice da trattare”.

“A seguito di un incontro a Taranto e in quel contesto drammatico – prosegue Folador – ho capito che sopra l’economia c’era qualcosa di più grande: il creato, il sacro contenitore dei contenitori. Ho cominciato a capire come l’ambiente può aiutare la società. Il nesso tra ecologia ed economia è la persona. E l’impresa è luogo educativo. Oggi non bastano solo i contenuti, ma serve anche saper educare e formare, il modo di relazionarsi”.